I due schieramenti che si stanno confrontando sulle sorti del Governo di Enrico Letta e sugli sviluppi della politica italiana dopo l’avvento alla Segreteria del Pd di Matteo Renzi hanno definitivamente scelto i loro strumenti di comunicazione di massa. Non è la prima volta e non sarà l’ultima che Il Corriere della Sera e La Repubblica si dividono e si schierano da una parte o dall’altra.
Da tempo La Repubblica è accanitamente impegnata a sostenere il Sindaco di Firenze. Da quando si è fatta concreta la possibilità che l’esperienza di Letta a Palazzo Chigi possa finire e si possa dar vita ad una “staffetta” con Renzi, invece, il Corriere fa il controcanto. Lo fa ricordando tutte le perplessità che su uno sbocco del genere ha l’arbitro principale: Giorgio Napolitano.
Il Presidente della Repubblica, e non potrebbe essere altrimenti, è quello che non vuole né crisi né scossoni ad uno scenario politico già di per sé fragile e delicato. E’ l’italiano che più di ogni altro è consapevole della complessità della situazione. Dentro i partiti, fuori dei partiti. E’ l’unico che, al di là delle dichiarazioni ufficiali, è informato sulle reali intenzione di tutti gli attori operanti su di una scacchiera complessa com’è quella costituita dal mondo politico, ma anche da quelli della finanza, dell’economia e della società civile. Fortunatamente, visti come sono ridotti, le sorti dell’Italia non sono affidate solamente ai partiti.
Andare al voto oggi significa, così, utilizzare il sistema proporzionale puro il quale, inevitabilmente, porterà in Parlamento tre forze principali, l’una contro le altre armate, né più né meno come accaduto meno di un anno fa. Ritorneremmo al voto subito dopo? Ripartiremo con le “grandi intese”, che poi qualcuno mette in discussione quando non gli fanno più comodo?
E’ quindi necessario ridefinire la Legge elettorale per tentare di dare un assetto duraturo agli equilibri parlamentari ed assicurare la governabilità. Sperando che la cosa venga fatta rispettando la democrazia “sostanziale”, oltre che quella formale. Ovviamente, si spera anche che i nostri politici comincino a
Un altro dato di fatto cui Napolitano guarda con preoccupazione è l’avvicinarsi del semestre di presidenza dell’Unione Europea . Enrico Letta sta lavorando all’appuntamento da tempo. Ha già indicato che il nostro Paese intende lasciare un’impronta importante in materia di lavoro. A partire di quello giovanile che, nel Vecchio Continente, ha raggiunto livelli in negativo impressionanti.
Adesso, visto che le cose passano anche da là, ci sono circa 15 giorni per chiarire le reali intenzioni di Matteo Renzi e del Pd. Forse sarebbe il caso che il primo partito italiano, il quale ha da solo il controllo della Camera dei Deputati e la guida del Governo, si decidesse ad indicare una direzione di marcia certa. In un senso o in un altro. Quasi tutti gli italiani sono sostanzialmente indifferenti a schierarsi con chi sta dietro La Repubblica e chi sta, invece, dietro Il Corriere della Sera. Sono invece tenacemente attaccati a difendere gli interessi, quelli veri e sostanziali, dei loro figli.
Giancarlo Infante