La situazione politica in Ucraina precipita e il presidente Viktor Yanukovich che tentava di fuggire in Russia su di un aereo privato viene fermato all’aeroporto di Donetsck, nel Nord del Paese. Il Parlamento aveva da poco votato con 328 voti la richiesta della sua impeachment quando aveva appena lasciato Kiev per rifugiarsi nel suo feudo di Kharkiv, nell’est dell’Ucraina, e dichiarava che nel Paese era in corso un colpo di stato e che lui non aveva intenzione di dimettersi.
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L’ex premier Yulia Timoschenko detenuta da due anni e mezzo è intanto rentrata a Kiev, dove costretta su una sedia a rotelle per il suo precario stato di salute, parla alla folla accorsa nella piazza Maidan. In mattinata il Parlamento ucraino aveva votato per la sua liberazione. Yulia Timoschenko si trovava nell’ospedale del carcere di Kharkhiv, dove era detenuta. Il provvedimento è stato preso dall’assemblea con una maggioranza costituzionale di 322 voti. Si tratta del primo provvedimento assunto dalla Rada, in forza di una decisione della Corte Europea dei diritti dell’uomo.
Il braccio destro di Yulia Timoschenkoed ex capo dei servizi segreti, Olexander Turcinov, è stato intanto eletto in mattinata presidente ad interim del Parlamento in sostituzione di Volodimir Ribak, fedelissimo di Yanukovich.
Sono almeno 41 i deputati del Partito delle Regioni, che fa capo al Presidente Yanukovich, che avrebbero
E’ stato anche sostituito il ministro dell’interno Vitaly Zarchenko, considerato responsabile delle violenze di questi giorni. Al suio posto è stato nominato Arsen Avankov, alleato della Timoschenko. Il leader dell’opposizione, Vytaly Klitschko, ha sollecitato la Rada a fissare al 25 maggio lo svolgimento delle elezioni presidenziali.
Intanto, torna minacciosa a farsi sentire la voce di Mosca. Il ministro degli esteri Sergej Lavrov, come riferisce l’agenzia di stampa Interfax, accusa l’opposizione in Ucraina di non rispettare gli impegni presi e sollecita i rappresentanti di Francia, Germania e Polonia, i cui ministri hanno mediato sugli accordi, ad esercitare pressioni affinché l’intesa sia rispettata.
Enrico Barone