Il direttore della banca è sparito da tre giorni. Come nelle migliori tradizioni sembrerebbe proprio scappato con la cassa. E che cassa! Già, perché in una delle agenzie Unicredit di Bari mancherebbe qualcosa come 50 milioni di euro, anche se ad una prima sommaria verifica per la banca apparirebbe tutto a posto. Colpito, dunque, solo un facoltoso cliente, o, forse, più d’uno. Insomma, un giallo in piena regola su cui indaga la Guardia di Finanza.
Tutto è cominciato a inizio settimana quando due noti imprenditori pugliesi, dopo aver concluso tra loro quello che è stato definito un importante affare per la città, chissà di cosa si è trattato, si son recati assieme in banca per far incassare al beneficiario un assegno da un milione di euro, o giù di li. Gelida la risposta del cassiere: “”Ci dispiace, ma non possiamo incassarlo. È scoperto”. Incredulità, sgomento e poi rabbia nei due imprenditori e subito il titolare del conto cerca di andare a fondo nella faccenda chiamando al telefono il direttore. Niente da fare, tutto staccato, uomo irraggiungibile, come dissolto nel nulla.
E’ così immediatamente intervenuta la Guardia di Finanza che ha cominciato a scartabellare tra i resoconti della banca. Unicredit, da parte sua, ha messo al lavoro per un’inchiesta interna le sue migliori risorse umane e non, consegnando già da ieri pomeriggio, giovedì, una lunghissima denuncia dettagliata accompagnata da una marea di documenti. Tutto risulterebbe perfetto, senza alcun ammanco e
Che è successo dunque? Michele Scannicchio, Il direttore dell’agenzia dove è avvenuto il “fattaccio”, dispone di un curriculum perfetto, e mai nessuno avrebbe potuto dubitare di lui. La sera prima della scoperta, però, nella notte tra il 17 e il 18 febbraio, la moglie si era recata in una caserma di carabinieri di Bari per denunciare la scomparsa del marito. “Era fuori per lavoro – aveva riferito la donna ai militari – e non è tornato. Non so che fine abbia fatto”. Li per li la cosa venne considerata un semplice allontanamento volontario.
Il giorno dopo, alla scoperta della mancanza di fondi sul proprio conto corrente, il titolare raccoglie dal suo ufficio i documenti ricevuti negli ultimi mesi dal direttore della filiale, dai quali risultavano disponibilità consistenti e ben maggiori del saldo che gli era appena stato comunicato. Avrebbero dovuto esserci
Gli investigatori della Guardia di Finanza prendono immediatamente in mano la situazione. Scattano perquisizioni, interrogatori, verifiche di documenti. E’ subito evidente che ciò che era stato consegnato dal direttore al titolare del conto è tutto falso, al di fuori della carta intestata che è quella originale della banca. L’aspetto più strano è che, almeno al momento, non risultano neppure movimenti di denaro che possano giustificare gli ammanchi.
Un’ipotesi e quella che l’apparente preciso e integerrimo Scannicchio abbia studiato e messo in atto il piano da anni, distraendo a poco a poco parte delle somme versate dai facoltosi clienti scelti, non a caso, tra i meno spendaccioni e più distratti, dirottando il denaro verso altre destinazioni. Già, perché i colpiti dalla super “stangata” dell’insospettabile direttore sarebbero più d’uno.
Enrico Massidda