Ancora proteste in Ucraina, con la violenza che cova sotto le ceneri. In 60.000 si sono riuniti in quella piazza Indipendenza, la Maidan Nezalezhnost del centro della capitale Kiev, da due mesi e mezzo assunta al ruolo di cuore delle proteste antigovernative ed europeiste. Presenti sul palco i principali leader dell’opposizione parlamentare e dove, dopo l’ascolto dell’inno nazionale ucraino cantato a gran voce con la totale partecipazione della folla, l’ex ministro dell’Interno del governo Timoshenko, Iuri Lutsenko, ha sollecitato i presenti ad armarsi “di mazze da baseball e caschi e unirsi ai gruppi di autodifesa di Maidan”, le unità che fanno da guardia a piazza Indipendenza e agli edifici occupati dai dimostranti. Una chiara incitazione alla violenza che non lascia presagire niente di buono. E come non bastasse ad alimentare gli animi già bene accesi, Lutsenko ha poi aggiunto: “Le nostre idee diverranno più forti dei proiettili, degli scudi, della polizia e di qualunque altra cosa”.
La Rivoluzione è l’unico modo per mandare a casa “Bandukovich”, uno dei tanti modi in cui gli antigovernativi chiamano con sprezzo il presidente Viktor Ianukovich ritenuto un bandito, è uno dei più accesi ritornelli, mentre tra i dimostranti più tranquilli e pacifici serpeggia la preoccupazione su cosa sia stato deciso tra Putin e il loro Presidente durante l’incontro du venerdì sera e di cui non è trapelato proprio niente. Il timore a è che qualcosa accada presto e di grosso, non prima però che si spengano i riflettori sul circo olimpico di Sochi.
John Balcony