Malcostume e malaffare in Italia non risparmiano proprio niente e nessuno, nemmeno lo “Spazio”. Anche in questo settore, forte di un impegno internazionale dai sempre più rilevanti successi, soffiava però da tempo più che un sentore di bruciato. Tanto che la Procura di Roma, raccolti i primi elementi essenziali, ha fatto scattare un’indagine che ha portato in breve all’iscrizione nel registro degli indagati lo stesso Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Enrico Saggese, assieme ad altri sei persone. Il “Leitmotiv” è sempre lo stesso, non si scappa. Oramai è una costante comune e tanto diffusa da richiedere “riflessioni profonde” che dovrebbero condurre molto lontano, alle famiglie, all’educazione, alla scuola. Il “marcio” va sradicato, d’accordo, ma è necessario cominciare dai campi che vanno da subito bonificati in modo che i semi e poi i germogli che porteranno ai futuri dirigenti e ai comprimari delle redini della società non vengano inquinati sul nascere.
Gli accertamenti, coordinati e diretti dai PM di Roma Paolo Ielo e Mario Palazzi, sono condotti dal nucleo di Polizia tributaria della Guadia di Finanza. L’inchiesta ha preso l’avvio da una denuncia di un funzionario dell’Asi che, subìto un tentativo di concussione, non avrebbe accettato e che poi per questo motivo sarebbe stato “emarginato” dai compiti che ricopriva, subendo ritorsioni. In altre parole, “mobbizzato” per essere onesto. Le perquisizioni, oltre che la sede dell’Asi che si trova presso l’Università di Tor Vergata, a Roma, hanno riguardato gli uffici di aziende della Campania e del Piemonte e le abitazioni dei dirigenti indagati. In queste ultime sono stati sequestrati numerosi documenti contrattuali, ora all’esame degli inquirenti.
Enrico Massidda