Come dire che “il peggio non è mai morto”. Stavolta il turno del protagonista spetta di diritto al Consiglio regionale del Piemonte. Prima, rissa in Aula come se si fosse all’osteria, con insulti e botte. Poi insieme e d’accordo per i sotterfugi. Mentre la tempesta incombe, con il Tar li ha dichiarati decaduti per “pasticci” combinati in sede di prepazione delle liste elettorali, un’inchiesta giudiziaria avviata dalla Procura di Torino ne vede “indagati” la bellezza di 40 per “spese pazze” a fini personali utilizzando il pubblico denaro tanto da “ipotizzare” gravi reati come il peculato e la truffa. Ipotesi di reato che non risparmiamo neppure il presidente leghista della Regione, quel Roberto Cota al momento noto più per i mutandoni verdi che per altro. Boxer acquistati in quel di New York, con lo scontrino che, a suo dire, fu presentato a rimborso solo per l’errore della segretaria.
Ancora una “vergogna”, l’ennesimo pessimo segnale che per l’Italia, e dovrebbero metterselo bene in testa quanti, a parole, hanno la speranza di poterci salvare, a cominciar proprio da Matteo Renzi e da Grillo, che purtroppo continua a dimostrare come non sembri davvero proprio che ci sia più niente da fare. Almeno fino a quando il vaso non sarà davvero colmo, rendendo a quel punto impossibile arrestare la valanga d’acqua che sommergerà il Paese. Poi, si vedrà. Ricordate Noé dopo il diluvio che spazzò via tutto il marcio che c’era. Con quel poco, ma giusto, che era riuscito a imbarcare sull’Arca, ridette tranquillamente nUova vita al mondo.
Antonello La Monaca