La calma è tornata a Kiev. Entro martedì il Parlamento completerà la formazione di un governo di unità nazionale. Per l’Ucraina, più che di resa dei conti, si deve parlare di svolta. E’ stato destituito il ministro degli Esteri, Leonid Kozhara, un uomo vicino all’ex presidente Viktor Yanukovich e protagonista delle alleanze con la Russia ed è stata abrogata la norma che due anni orsono aveva reso il russo la lingua ufficiale nella metà del paese. Viktor Yanukovich, di cui sembra si siano pedute le tracce, ritenuto responsabile dei massacri, è stato “scaricato” dal suo partito.
Ora a Kiev regna una tranquillità spettrale dove sono riconoscibili le violenze degli scontri tra polizia e insorti che in pochi giorni hanno provocato oltre cento morti e ancor ben più numerosi feriti. Una violenza scatenata da dimostranti stanchi e insofferenti contro i simboli dell’ex regime comunista e della dittatura attuata dall’ormai ex presidente Viktor Yanukovic. Una guerra civile che si è fermata, speriamo, fortunatamente all’inizio che né in Europa né in Russia in realtà nessuno voleva.
Ore e minuti confusi che decidevano, almeno per il momento, del possibile futuro dell’Ucraina.
Mentre la Timoschenko prelevata dalla figlia e da alcuni suoi fedelissimi dal carcere- ospedale dove si trovava detenuta e veniva condotta a Kiev, la folla si era radunata nella piazza Maidan per accoglierla festosa. Poi Yulia, da una sedia a rotelle, aveva parlato alla gente in delirio.
“E’ giusto – ha detto – essere qui in questa piazza. I nostri in questa guerra sono stati i primi a cadere, la gente deve capire che stiamo combattendo per l’Ovest”. E la piazza esplode. Tutti intonano le note dell’Inno Nazionale e dalla folla si vedono sventolare non più le bandiere arancioni ma bandiere rossonere.
Ora si intravedono i primi segni di normalità. Yulya Timoschenko ha avuto un colloquio telefonico con la cancelliera tedesca Angela Merkel. I due si vedranno probabilmente nei prossimi giorni. La Merkel si è raccomandata di evitare scissioni nel Paese. Domani si dovrebbe riunire il nuovo parlamento ucraino. Il presidente ad interim della Rada, Olexsander Turcinov, fedelissimo della Timoschenko, chiederà ai deputati di “formare una nuova maggioranza da cui scaturirà il nuovo governo che dovrà guidare il Paese sino alle elezioni presidenziali del 25 maggio.
Tra i favoriti per la successione di Yanukovic, è proprio Yulia a trovarsi in pole position. Altri candidati sono Petro Poroshenko, capo del gruppo indipendente, e Arseniy Yatsenyuk, che guida uno dei partiti di opposizione. Da segnalare, infine, la confisca della sontuosa villa che Viktotr Yanukovich possedeva a Mezhighiria, a 20 chilometri da Kiev. Una costruzione sfarzosa. Quello che viene sempre trovato alla caduta di un dittatore.
Beatrice Zamponi