Un’incredibile ascesa a cui seguirà un’impressionante caduta: è la storia di Jordan Belfort, tra i broker di maggior successo nella storia di Wall Street. Il film segna la quinta fruttuosa collaborazione tra il regista e Leonardo Di Caprio, questa volta anche nei panni di produttore.
Il giovane Belfort arriva a Wall Street come apprendista broker sotto la guida dell’eccentrico Mark Hannah (breve ma intenso cameo di uno spettacolare Matthew McConaughey) che lo introdurrà ad uno stile di vita esagerato basato sul sesso e sull’assunzione di ogni tipo di droga. Tramite lui, Jordan imparerà a compiere azioni disoneste che gli consentiranno di guadagnare molti soldi, portandolo a incassare i suoi primi 49 milioni di dollari alla giovane età di 26 anni. Spese folli, prostitute e pesanti assunzioni di stupefacenti diventano immediatamente routine quotidiana, scene che riportano alla memoria dello spettatore altri capolavori del regista come “Quei bravi ragazzi”.
In quell’opulento periodo della sua vita, Belfort è arrivato a guadagnare 50 milioni di dollari all’anno, sostenendo di essere riuscito una volta a farne 12 in appena tre minuti. Una ricchezza talmente grande, che spinse anche la Mafia a segnare alcuni dei propri membri come apprendisti nella società di Belfort per impare “how it’s done”, come derubare a privati grandi somme di denaro. Un film che racconta la storia di un truffatore di successo senza cercare ingenuamente di lodarne le gesta disoneste: proprio in questa direzione sono partite le proteste dell’associazione delle vittime del broker, accusando il film di ignorare il dolore provocato dalle frodi dei protagonisti.
Rolling Stone l’ha definito il terzo miglior film del 2013, al botteghino ha riscosso nel mondo più di 260 milioni di dollari in pochi giorni e grazie ad esso Di Caprio ha da poco vinto il Golden Globe per il miglior attore. Un’opera dai toni e ritmi impressionanti, che farà passare in pochi attimi i suoi 180’ minuti di durata.
Michele Amoruso