Immagino che tutti oggi abbiano letto i giornali, sentito la radio, vista la televisione. Tutti si saranno accorti che l’informazione sui media era concentrata su un unico argomento, le dimissioni del ministro De Girolamo e la probabilità che l’uscita della ministra sia solo l’inizio di uno smottamento del governo Letta che potrebbe sfociare, nel migliore dei casi, in un complicatissimo rimpasto.
Possibile che ci volesse l’allarme della Banca d’Italia affinché il tema della povertà, che sta sommergendo come una polvere venefica buona parte della popolazione, occupasse uno spazio nella comunicazione che ogni giorno viene offerta agli italiani? Possibile che i media, senza i numeri di via nazionale non abbiano avuto sentore prima di oggi dell’ inesorabile declino del Paese?
A fronte di questo quadro che sta assumendo le dimensioni di un disastro sociale, cosa hanno fatto l’informazione, la classe politica, il governo? Nell’ultima settimana hanno impiegato tutte le proprie energie ad indovinare chi sarà il prossimo ministro ad essere sacrificato, dopo la De Girolamo, sull’altare del
Vediamo di che cosa si sono occupate, nelle ultime 24 ore, le varie componenti che si oppongono al governo. Gli uomini di Grillo in questi giorni non hanno occhi che per la legge elettorale ed infatti, dopo avere sudato sette camice per elaborare 60 emendamenti (30 per la Camera e 30 per il Senato) oggi li hanno presentati con malcelata soddisfazione.
Ma non è finita qui: dai pentastellati non poteva mancare il solito spettacolo ad uso delle telecamere esibito fra i banchi di Montecitorio: un deputato grillino si è cucito sotto la giacca uno slogan contro la privatizzazione della Banca d’Italia: “Si tolga quell’indumento”, gli ha intimato la Presidente, Laura Boldrini: “Non posso spogliarmi”, la replica del grillino. Insomma un bel dibattito sulle povertà degli italiani.
Ma la perla del giorno è arrivata in serata dal vice ministro alle infrastrutture, Vincenzo De Luca, che nonostante la legge glielo impedisca, vuole mantenere anche la poltrona di sindaco di Salerno: “In tutta questa vicenda lo scandalo vero, di cui non parla nessuno, è questo – sostiene convinto per avvalorare la validità della sua protesta – e da dieci mesi un viceministro della Repubblica, cioè io, non riceve l’incarico di lavoro come prevede la legge 81, che stabilisce le competenze del viceministro. Io rimango al governo perché ho un incarico politico, ma sono ancora in attesa di conoscere quando si decideranno a rispettare la legge”.
E la spesa degli italiani? Per questi politici è solo una questione di noiosi numeri, una competenza della Banca d’Italia che, si spera, quando sarà privatizzata, la smetterà di disturbare il colorito dibattito parlamentare su legge elettorale e rimpasto.
Claudio Pavoni