La forma è quella cubica di pietre da rivestimento stradale, ma sulla sommità dei sanpietrini è posta una lastra d’ottone con incisi il nome ed il cognome del deportato, la sua età e la data in cui è stato condotto nei campi di sterminio nazisti. Battezzate come le “pietre d’inciampo”, le Stolpersteine vengono incastonate ogni anno a Roma (a partire dal 2010) davanti alle abitazioni dei cittadini perseguitati per la loro religione, etnia, orientamento sessuale o politico, con l’intento di lasciare un segno della loro scomparsa nella memoria collettiva. Dopo averli installati per la prima volta a Colonia nel 1995, l’artista Gunter Demning ha continuato a distribuire sanpietrini della memoria nei Paesi di quasi tutta Europa, arrivando a 40 mila pezzi.
Posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, la quinta edizione di “Memorie d’inciampo” a Roma è stata curata da Adachiara Zevi, con il Patrocinio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità Ebraica di Roma.
Assorbiti nel tessuto della città e posti sotto i piedi dei suoi abitanti, le Stolpersteine di Demning catturano lo sguardo e spingono a “inciampare” nel ricordo degli ebrei, degli omosessuali, dei rom e degli oppositori politici perseguitati, nel tentativo di restituire loro l’identità perduta nei lager.
Isadora Casadonte