Stefano Fassina ha detto “basta” e ha presentato dimissioni irrevocabili da vice ministro dell’Economia nelle mani del presidente del consiglip Enrico Letta. Fassina, fa anche un riferimento anche ad un ironico commento del neo segretario del Pd sul vice ministro: “Le parole del segretario Renzi su di me confermano la valutazione politica che ho proposto in questi giorni: la delegazione del Pd al governo va resa coerente con il risultato congressuale. Non c’e’ nulla di personale. E’ questione politica. E’ un dovere lasciare per chi, come me, ha sostenuto un’altra posizione. Responsabilità di Renzi, che ha ricevuto un così largo mandato – ha aggiunto Fassina – proporre uomini e donne sulla sua linea”.
Da qualche giorno il vice ministro, sostenitore di Cuperlo alle primarie, manifestava chiari segni di insofferenza. Proprio oggi, in un’intervista, aveva detto: “Dal partito solo bordate, mai aiuti”. E stasera ha detto basta, spiegando con il suo commento la sua decisione di abbandonare il governo.
La maggiore divisione tra Renzi e Fassina riguarda le politiche del lavoro e il “job act” messo a punto dalla segreteria di Renzi. Un documento che non è piaciuto a Fassina e ai bersaniani. Ma i due esponenti del Pd, in passato, si sono scontrati su più fronti. A dividere anche il finanziamento pubblico dei partiti e soprattutto il pressing di Renzi per abolirlo in tempi rapidi.
Pelemiche che investo pure Forza Italia. Daniela Santanchè approfitta delle dimissioni di Fassina per attaccare Angelino Alfano: “Spiace vedere che Fassina ha più coraggio e dignità di Alfano: non si può stare al governo con chi ti umilia e ti sbeffeggia tutti i giorni. Ma agli amici del Nuovo Centro Destra dico: non è mai troppo tardi”.
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