Tredici vittime è il bilancio ancora provvisorio della supertempesta di neve che da ieri pomeriggio si è abbattuta sul Nord–Est degli Stati Uniti. Una vera e propria bufera che ha mandato soprattutto in tilt il traffico aereo. A tutt’oggi risultano ancora chiusi i tre aeroporti New York, il JFK, il Newark e il La Guardia, mentre gli scali di Boston e Chicago funzionano a ritmo ridotto. Sono oltre mille e cinquecento i voli cancellati questa mattina nei tre principali aeroporti di New York per “mancanza di visibilità”, dove sono stati allestiti anche mille lettini per ospitare i viaggiatori bloccati a terra.
«Se non avete bisogno di uscire, per favore non fatelo: state lontano dalle strade e non prendete la macchina». È l’appello lanciato del nuovo sindaco di New York Bill De Blasio, insediatosi nell’incarico di
Tra gli stati più colpiti dall’ondata di maltempo Michigan, Kentucky, Indiana, Illinois, New York e Pennsylvania. De Blasio, citato dai media locali, ha comunque assicurato che il 100 per cento delle strade principali della città e il 90 per cento di quelle secondarie sono state ripulite dalla neve “grazie allo «straordinario lavoro degli operatori della nettezza urbana”. Ma, ha avvertito, “la visibilità sarà scarsa e le temperature saranno molto basse, quindi, è meglio rimanere a casa».
La prima grande tempesta del 2014 ha portato temperature glaciali e venti impetuosi su un’area vastissima, dalla Mississippi Valley alla costa atlantica: 60 centimetri di neve sono caduti nel Massachusetts, ma pesanti nevicate e temperature gelide si sono viste in gran parte di tutto il nord-est. La neve continua a cadere su Boston dove la ha raggiunto i 36 centimetri, mentre a Washington ha raggiunto i 5 centimetri, a
Le condizioni di maltempo, oltre che a New York, hanno indotto le autorità a lasciare chiuse le scuole anche a Boston e a Providence in Massachusetts. Venti centimetri di neve ricoprono Central Park, quasi 30 nelle zone periferiche a Brooklyn e nel Bronx, a Long Island ci sono tra i 20 e 30 centimetri. Polari le temperature, scese a 20 gradi centigradi sotto lo zero. Per il vento è gelido, la situazione è tale che, secondo gli esperti, la pelle esposta può cominciare a congelare nel giro di 15 minuti.
Frattanto è allarme anche in Gran Bretagna, dove si sta abbattendo sul versante occidentale del Paese: le piogge torrenziali e i venti fanno temere inondazioni in grado di minacciare le abitazioni e le strutture lungo le coste. Le autorità hanno emanato 21 allerta per “inondazioni grave”, che significa pericolo di morte, mentre l’agenzia meteo ha preannunciato allagamenti in Scozia e Irlanda del nord. Agli abitanti delle zone più basse è stato consigliato di allontanarsi dalle coste e dagli argini dei fiumi perché la violenta tempesta sull’Atlantico potrebbe abbattersi sulle abitazioni.
Enrico Barone