Enrico Letta è salito al Quirinale per un colloquio col Presidente Napolitano. Un colloquio tanto delicato quanto atteso, soprattutto per risolvere la delicata questione del “passaggio parlamentare”, in sostanza un nuovo voto di fiducia al Governo, reso necessario dopo l’uscita di Forza Italia dalla coalizione. Così, calendario allla mano soppesando certrtosinamente tutte le questioni sul tappeto, Napolitano e Letta hanno deciso che si voterà l’11 dicembre, vale a dire dopo la conclusione delle primarie del Pd, quando si conoscerà il nome del nuovo segretario del partito democratico.
A colloquio terminato, il Quirinale ha diffuso questa nota: “Il presidente Napolitano ha invitato il presidente del Consiglio a concordare con i presidenti delle Camere tempi e modalità del dibattito, che potrà svolgersi già durante la prossima settimana, pur essendo tuttora in corso la sessione di bilancio.
Nonostante ciò, Capo dello Stato e Premier “hanno ribadito il convincimento che l’approvazione da parte del Senato della legge di Stabilità su cui il governo aveva posto la questione di fiducia – dopo che il gruppo parlamentare Forza Italia-Pdl aveva dichiarato di non condividere tale fondamentale legge e di ritirare pertanto l’appoggio al governo – ha confermato la permanenza del rapporto fiduciario anche nella nuova situazione politico-parlamentare venutasi a determinare”.
Anche se Renzi sfida Letta e impone al Governo la propria agenda: “Non voglio fregare la seggiola a Enrico, ma il governo dura se fa le cose”. Poi è più preciso e invita a intervenire su costi della politica sul lavoro e sui rapporti con l’Europa. Mentre Civati spinge chiaramente per il voto e Cuperlo fa il pompiere affermando che “non farò da sponda a Berlusconi”.
RomaSettRed