Ha la bella età di 79 anni e nonostante ciò è finito in carcere. Dietro le sbarre, non agli arresti domiciliari, né tantomento affidato ai “servizi sociali”. E’ accaduto a un giornalista pubblicista di Reggio Calabria, Francesco Cangemi, classe 1934, a seguito di una condanna definitiva per diffamazione a mezzo stampa quale direttore responsabile del mensile “Il Dibattto”. E’ stata la polizia della città calabrese a notificare a giornalista l’ordine di arresto spiccato dalla Procura di Catania e firmato dal sostituto Elvira Tafuri. Nel provvedimento, il giudice, però, ricorda come il condannato abbia omesso di richiedere le misure alternative alla detenzione che la legge prevede. Francesco Cangemi, subito dopo la notifica, è stato portato prima in Questura e poi tradotto nella “Casa circondariale San Pietro”, ovvero in prigione.
Il provvedimento di carcerazione è stato reso noto dal figlio anch’egli giornalista e direttore di un giornale on line, definendolo “grottesco”. Il figlio-direttore ha anche messo in evidenza il precario stato di salute del padre, riferendo le numerose patologie di cui è sofferente, anche a causa dell’età molto avanzata.
A dare notizia dell’arresto di Gangemi è stato il figlio, giornalista anche lui e direttore di un sito d’informazione on line che, dopo avere definito “grottesco” il provvedimento, ha ha fatto riferimento alle patologie di cui soffre il padre che, ha aggiunto, si è visto assegnare una “invalidità al 100%”.
Il provvedimento di carcerazione ha provocato l’immediata reazione della Federazione della stampa. “E’ allucinante – hanno commentato il segretario generale, Franco Siddi, e il vicesegretario nazionale e segretario del Sindacato giornalisti Calabria, Carlo Parisi – che a 79 anni, un giornalista, condannato per diffamazione e per non avere rivelato le fonti fiduciarie di notizie, venga arrestato e portato in carcere. Quanto accaduto al giornalista pubblicista Francesco Gangemi appare una mostruosità difficilmente concepibile per qualsiasi ordinamento democratico che si fondi sulla libertà di espressione, di stampa e sul pluralismo delle idee”.
Riccardo Marini