Sono in cinque, “Saggi” e “Costituzionalisti”, ma a quanto sembrerebbe, pare, anche un tantinello “disinvolti”, oltremodo strano trattandosi di personaggi di tal rango. Fanno parte del gruppo dei “35 Saggi” scelti dal Premier Enrico Letta per seguire l’agognato progetto di riforma istituzionale. Insomma, cinque dei nuovi “Padri della Patria”, per intenderci. E che avrebbero combinato costoro? Ma niente di speciale, cose di ordinaria amministrazione non certo nuove negli Atenei dove da sempre regna incontrastata la cosiddetta baronia, ma anche altrove. Ovvero che i cinque, almeno secondo il magistrato di Bari che a vario titolo li ha denunciati assieme ad atri 30 professori ordinari solo, si fa naturalmente per dire, per associazione a delinquere, corruzione, truffa aggravata sono nomi altisonanti che dovrebbero sempre risultare ben più immacolati degli altri. Invece, anche loro, secondo
Il compianto Mario Riva del popolare “Musichiere” di fine anni ’50 senz’altro li avrebbe presentati ai telespettatori col suo immancabile “ecco, nientepopodimeno chi”: Augusto Barbera, dell’Università di Bologna; Beniamino Caravita di Toritto, de “La Sapienza” di Roma; Giuseppe De Vergottini, Università di Bologna; Carmela Salazar,
Segnalati nell’indagine sarebbero anche altri due personaggi illustri, l’ex Garante per la privacy Francesco Pizzetti e l’ex ministro pidiellino per le politiche europee Anna Maria Bernini, sembrerebbe per un concorso da ordinario dell’università europea di Roma.
Indignate e stupite le prime reazioni degli “indagati”. De Vergottini trasecola: “Posso serenamente escludere di aver mai pilotato un concorso – ha dichiarato – o aver avuto interesse recente in un mio allievo”. Pizzetti nega e si mostra sereno: “Mai sono intervenuto. Né avrei potuto”. Tutt’altro che stupito Caravita di Toritto. “Il professore Caravita di Toritto perla per bocca dei suoi avvocati, Renato Borzone e Nicola Quaranta: “Il Professore è estraneo a ogni accusa”.
Enrico Massidda