E’ fatta. La spagnola Telefonica è il nuovo proprietario di Telecom Italia. Telefonica ha sottoscritto un aumento di capitale di 324 milioni di euro agendo sulle società controllate. Così, Passo dopo passo, anche se proprio tutto non è ancora definito, Telecom è passata a Telefonica finendo appunto sotto il controllo spagnolo. L’annuncio dell’operazione poco fa, condotta sotto la regia di Mediobanca, Intesa SanPaolo e Generali. La trattavia è stata perfezionata a piazzetta Cuccia, la sede milanese di Mediobanca. Un’operazione complessa, ma chiara. Questi i passaggi, secondo le indiscezioni cicrcolate o fatte artatamente circolare nelle ultime ore: Telco, la holding che già detiene il 25 per cento di quella che ormai in pratica “fu” la più grande compagnia telefonica italiana, a sua volta “posseduta” per il 46 per cento proprio da Telefonica, cederà a Telefonica un ltro 21 per cento, portando così il “pacchetto” di quest’ultima al 67 per cento, con opzione per l’ulteriore salita, a breve, al 70 per cento.
Sabato 28 settembre è il termine del tempo utile per la disdetta del patto che tiene insieme i soci di Telco. Gli spagnoli di Telefonica, come si è detto già in possesso del 46 per cento della holding,sono fermamente decisi ad acquistare. Al contrario, Mediobanca, Generali e Intesa Sanpaolo sarebber assai propensi a lasciare la partita, lasciando campo libero agli iberici. I giochi sarebber quindi già belli e fatti.
In questo rimescolamento generale, torna anche d’attualità il possibile scorporo della rete che Teleconm Italia ha sostenuto di essere intenzionata a fare, con l’Autorità per le comunicazioni tuttavia pronta a intervenire con verifiche e imposizioni qualora ciò non avenisse “per imporlo come rimedio a garanzia della parità di accesso”, come ha sottolineato lo stesso commissario dell’Autorità, Antonio Preto.
Parere niente affatto condiviso dal vice ministro dello Sviluppo economico, Antonio Catricalà, in passato anche a capo dell’Antitrust: “E’ difficile imporre lo scorporo coatto della Rete di accesso di Ttelecom Italia – ha commentato Catricalà – in quanto il processo naturale è quello volontario e l’imposizione di una misura così radicale è troppo impervia per essere perseguibile”.
Riccardo Marini