Di ora in ora il battiuore si impadronisce sempre più dei cittadini dell’isola del Giglio contagiando anche turisti e villeggianti. L’ora “x” si avvicina. L’inizio delle operazioni di rimozione della grande nave da crociera “Costa Concordia” finita sullo scoglio delle Scola la notte del 13 gennaio dell’anno passato con 32 morti e decine di feriti è fissata, infatti, per le 6 del mattino di lunedì 16 settembre. La manovra dovrebbe durare tra le 10 e le 12 ore. Emozione e paura si fanno ben sentire. La manovra non è certo priva di rischi, di fatto un vero e proprio esperimento mai tentato fino ad ora con un bestione di 114 mila tonnelate lungo 290 mettri e alto 60. Il Giglio è in preda all’agitazione. I residenti protestano perché è stato disposto il possesso di un “pass” per accedere all’area portuale. Area che, comunque, durante il raddrizzamento sarà interdetta a tutti. Il sindaco Sergio Ortelli non si stanca di ripetere che “il Giglio lunedì cercherà di vivere una giornata normale”. Le scuole rimarranno aperte.
Poi, preso il diploma, per Belfiore, sempre più prestigiosi imbarchi sui più famosi transatlantici di linea e
RomaSettimanale.it ha raggiunto per telefono Gianni Belfiore, in questi giorni in Sicilia, in quella Taormina dove sta preparanto un suo recital per il 21 settembre dal tema i “70 anni di Iglesias e i 40 anni di carriera artistica di Gianni”.
“Premesso che non sono ingegnere navale e di non possedere la sfera di cristallo del mago Otelma, spero innanzi tutto in un clamoroso successo, anche se anch’io, naturalmente, ho timori e perlessità. E’ davvero un grande esperimento, mai tentato prima d’ora nella storia dell’intera marineria mondiale”….
Ma cosa la preoccupa di più…
La ruggine. Non è stato possibile calcolare l’effetto ruggine sullo scafo dopo diciotto mesi di permanenza nell’acqua salmastra. Il rischio è che al momento del sollevamento per il raddrizzamento la Costa Concordia si spezzi, magari anche in più di due tronconi, data stazza e lunghezza”…
E poi?
Belfiore, se fosse stato interpellato avrebbe suggerito qualcosa?
Oltre all’altezza influisce anche la lunghezza…
“Influisce tutto, naturalmente. La lunghezza condiziona la resistenza della struttura dello scafo. Non è mai stato reso noto e nessuno quidi lo sa, ma nel 1965 sia la Michelangelo che la Raffaello, lunghe quasi come la Costa Concordia, ma di oltre la metà meno alte e meno pesanti, dopo le primissime traversate atlantiche subirono l’incrinatura degli scafi a partire dagli ultimi 20 metri al di sopra della chiglia. Vere e proprie lesioni verticali. Nel silenzio generale, furono sistemate barre di acciaio per evitare ulteriori allargamenti. Le lesioni non vennero saldate, perché in tal modo si mantenne la necessaria elasticità di scafi così lunghi sulle onde che nell’Oceano Atlantico potevano raggiungere anche i 26 metri, offrendo, oltreutto, maggiore sicurezza alla navigabilità.
E sul rimorchio del relitto cosa dice?
“Considero un’assurdità che si attrezzi appositamente il porto di Piombino per smantellare la Concordia, quando c’è pronto Palermo. Soldi davvero mal spesi! E non ci vengano a raccontare dei problemi della lunghezza del percorso. Il traino non da problemi, a condizione che venga condotto a regola d’arte nelle condizioni di mare adate. Oltretutto i satelliti riecono a dare previsioni metereologiche certe per almeno una settimana. Auguro in ogni caso a tutti il miglior successo, a cominciare dal responsabile della protezione civile Franco Gabrielli. Romperemo un’altra bottiglia di champagne come si trattasse di un nuovo varo. Ma non dimentichiamo che in occasione del vero varo la bottiglia non si ruppe! Fu un pessimo auspicio per chi di mare se ne intende”.
Enrico Massidda