Il “giallo” Shalabayeva continua. Ha sempre più dell’assurdo è non è affatto chiuso. La moglie del dissidente Kazako Mukthar Ablyazov vuole andarsene il prima possibile dal Kazakhstan non avendo alcuna intenzione di rimanere nel Paese dove un tempo viveva e dove è stata riportata a forza assieme alla figlia di 6 anni con la “discussa” complicità dele Autorità italiane. Mentre al momento l’uomo, causa scatenante di tutto questo caos, è agli arresti in Francia in attesa di una decisione sul suo conto. La precisazione della moglie del dissidente Kazako è perentoria e avviene tramite il suo avvocato italiano, Riccardo Olivo, in risposta alle affermazioni del ministro degli Esteri Erlan Idrissov che aveva appena sostenuto l’assoluta assenza di richieste di Alma Shalabayeva per lasciare il Paese.
“La settimana scorsa – rivela ancora l’avvocato Olivo – Alma Shalabayeva ha scritto personalmente al titolare delle indagini che la riguardano. È possibile, tuttavia, che al momento della sua risposta pubblica alla richiesta di spiegazioni avanzata da Adriano Sofri – aggiunge con sottile diplomazia Riccardo Olivo – il ministro degli Esteri kazako non fosse ancora informato della domanda di revoca della misura restrittiva presentata dalla signora che attende con ansia una risposta dalle autorità che la stanno indagando”.
Di certo ci sono l’istanza di richiesta di autorizzazione per Alma Shalabayeva e figliola a uscire dal Kazakhstan avanzata dagli avvocati in data 27 luglio, e quella presentata personalmente dalla signora lo scorso 5 agosto. Nessuna di queste istanze ha ricevuto risposta. Si continua, anzi, a negare che siano mai state fatte.
Il console italiano ha intanto più volte visitato Alma Shalabayeva nella sua residenza di Almaty. Il nostro ministro degli Esteri,
Ma a parte tante belle parole, oltretutto pronunciate poco più che in sordina, cosa si fa? Se si continuerà coi fatti ad assecondar tutto e tutti, vedi in primis la tuttora insoluta vicenda dei Marò, l’Italia non andrà certo molto lontano. Altro che retrocessione in serie B, essere ammessi a giocare “in lega semiprofessionisti” potrebbe presto diventare più che un successone! E’ in ballo la dignità del Paese.
Enrico Massidda