Il naufragio della “Costa Concordia”: il processo commina le prime condanne, tutte a conferma dei “patteggiamenti” richiesti. I cincque co-indagati insieme a capitan Schettino per i 32 morti del disastro dell’isola del Giglio tutti ritenuti responsabili di omicidio plurimo colposo e lesioni colpose. La pena più severa, 2 anni e 10 mesi di carcere, è toccata a Roberto Ferrarini, il capo dell’unità di crisi della Costa crociere, proprietaria della nave.
Poi, 2 anni e 6 mesi per l’hotel director Manrico Giampedroni, 1 anno e 11 mesi all’ufficiale in plancia Ciro Ambrosio, 1 anno e 6 mesi per l’altro ufficiale Silvia Coronica, e 1 anno e 8 mesi a Jacob rusli, al timone nel momento dell’inchino della Concordia e del tragico impatto contro lo scoglio della Scola. “Con queste prime condanne non ci sono più dubbi sulle gravi responsabilità di Schettino – ha detto il procuratore di Grosseto Francesco Verusio – poiché queste condanne partivano darichieste di pene molto più alte che poi sono state graduate in base al diverso contributo dato all’incidente da questi co-indagati”.
“Ce lo aspettavamo ma sono patteggiamenti ingiusti – ha detto l’avvocato di parte civile Daniele Bocciolini – perché c’è un’evidente disparità di trattamento tra questi e Schettino. “Pene eccessivamente esigue rispetto a quello che è successo – ha commentato un altro legale di parte civile, Alessandro Fagni – non siamo soddisfatti”. Mentre l’avvocato di Sos Concordia, Pierpaolo Lucchese, che rappresenta gli abitanti del Giglio, ha annunciato un ricorso in Cassazione rispetto ai risarcimenti dei danni. Il processo è stato aggiornato al 23 settembre.
Red