E’ il parco più famoso di Oslo, un vero e proprio museo all’aria aperta dove ammirare le più belle statue che resero famoso il suo autore, Gustav Vigeland. Vigeland (1869-1943) nacque a Mandal, una piccola città nel sud della Norvegia da una famiglia umile di artigiani e contadini. A quindici anni si recò ad Oslo per lavorare come apprendista intagliatore, ma dopo soli due anni, l’improvvisa morte del padre lo costrinse a rientrare a casa per aiutare la famiglia.
Tornò ad Oslo nel 1888 e iniziò a frequentare una scuola d’arte e successivamente soggiornò a Copenaghen, Parigi, Berlino e Firenze. Quelle esperienze furono importanti per la sua formazione di scultore:
a Parigi frequentò lo studio di Auguste Rodin, e nel suo viaggio in Italia rimase affascinato e influenzato dalle opere di Michelangelo. Rientrato ad Oslo, si dedicò interamente alla produzione di statue ed elementi architettonici, finché nel 1921 diede inizio a questo meraviglioso progetto.
La bellezza di questo luogo, offre al visitatore una passeggiata meravigliosa tra statue, giardini, scalinate e siepi fiorite, che per volere di Vigeland, coesistono oggi in una perfetta armonia. Vi sono più di 200 statue in bronzo e granito realizzate dallo scultore: esse sono distribuite in modo preciso attraverso i 320 ettari del parco.
Iniziando la visita dall’ingresso sud sul viale Kirkeveien, incontreremo idealmente cinque diverse aree: il Cancello, Il Ponte, La Fontana, La Terrazza del Monolite e la Ruota della Vita.
Il cancello di ingresso è costituito da cinque entrate decorate da bassorilievi in bronzo, con due porte più piccole lavorate in ferro battuto.
Entrando sulla destra si può vedere la statua di Gustav Vigeland, scolpita dall’artista stesso. Egli si è voluto raffigurare proprio con martello e scalpello per immortalare il significato del suo lavoro che tanto amava. Iniziando ad esplorare questo splendido giardino, subito si incontra il ponte: un vero trionfo di arte scultorea. E’ lungo 100 metri e largo circa 15. Decisamente imponente, sovrasta un lago e un giardino curatissimo.
Lungo le sue balaustre si susseguono 58 statue in bronzo. Rappresentano a grandezza naturale uomini e donne, adulti e bambini. Sono le loro espressioni che ci lasciano incantati, in questi volti di bronzo infatti, troviamo tutte le emozioni della vita: la gioia, il dolore, l’allegria e perfino la tenerezza. La fierezza del nonno con il suo nipotino, la gioia dei bambini con le braccia protese verso il cielo, la giovane ragazza dai capelli lunghi che ci mostra la sua femminilità, la tenerezza del padre che abbraccia il figlio appena nato, la dolcezza della madre mentre consola la figlia, l’uomo e la donna posti uno di fronte all’altro, chiusi nell’emblematico cerchio della vita. L’inizio e la fine di tutte le cose. Tra le statue più famose di questo splendido ponte, troviamo
Ancora statue di bambini ci accompagnano al centro del parco, qui troviamo la splendida fontana. All’interno di una grande della vasca quadrata, sei uomini mostrano la loro forza reggendo sulle loro spalle una grande una coppa da cui sgorga l’acqua. Intorno ad essa vi sono 20 sculture umane, intrecciate agli alberi e 60 bassorilievi che ripercorrono il corso dell’esistenza umana. La nascita, la crescita, l’amore, l’età adulta e la vecchiaia. Le statue si intrecciano nella figura dell’albero, dalla quale sembra proprio che prendano vita, figure che si liberano da esso, come la fanciulla adolescente e figure che tornano a farne parte morendo in esso. L’albero rappresenta infatti la vita stessa, da cui tutti nasciamo e nel quale torneremo a fonderci alla fine dei nostri giorni.
Più avanti si apre una scalinata che ci conduce alla terrazza del Monolito. Questa colonna alta più di 14 metri, è stata scolpita da un’unica pietra ed è formata da 121 figure umane.
La colonna sorge alla sommità di una struttura a gradini a pianta ottagonale. Sui gradini sono posizionati 36 gruppi scultorei in pietra granitica che ci regalano meravigliose interpretazioni dell’amore, della gioia e della pietà. Anche qui ritroviamo l’infanzia, la crescita, il passaggio alla vita adulta e l’inevitabile vecchiaia che porta con se la sofferenza. Una madre gioca con i suoi bambini, un uomo prende il viso della sua compagna tra le mani con una dolcezza infinita, straordinarie figure di uomini e donne anziane, la forza della vita e la pietà che sorregge il dolore, sono solo alcune delle scene che troviamo qui rappresentate.
Scendendo dalla terrazza e avviandosi verso l’uscita posteriore del parco ancora una volta ritroviamo in una sintesi il concetto del cerchio della vita. Sette figure umane, quattro adulti e tre bambini intrecciati tra di loro si rincorrono formando un cerchio. Un museo posto all’interno dello stesso parco, racconta i dettagli della vita e del lavoro dell’artista.
Il parco lascia il visitatore incantato e per gli abitanti della città è il luogo più frequentato durante tutto l’anno.
Foto e testo di Alessandra del Nobolo