Il ministro Emma Bonino esce allo scoperto sul caso Shalabayeva: “Non decidiamo noi sull’espulsione”. E così, dal punto di vista della Farnesina il caso sulle responsabilità del rimpatrio della moglie del dissidente kazako Ablyazov è chiuso. E la Bonino chiosa: “Non abbiamo alcuna competenza in materia, né accesso ai dati dei cittadini stranieri”. Quindi, di conseguenza, la “patata bollente” è solo nelle mani di Angelino Alfano.
Eppure tra i due importanti dicastera c’era stata e c’è maretta. La Questura di Roma, infatti, aveva inviato un fax al ministero degli esteri per chiedere se la signora Shalabayeva godesse o meno di “copertura diplomatica” e la risposta era stata negativa:
In ogni caso il Questore di Roma, da cui dipende l’ordine dello spiegamento di forze, non deve essere improvvisamente impazzito per organizzare da solo una tanto importante spedizione. Avrà di certo ricevuto un preciso ordine da ben più alto. Da chi? Dal suo Ministro, il capo del discastero degli Interni? O tramite lui da Palazzo Chigi, magari per una grave “ragion di Stato” che altrimenti avrebbe suscitato l’ira dei Kazaki al Governo tanto da compromettere le copiose forniture di gas della repubblica euro-asiatica?
Nei giorni seguenti altri incontri, con i massimi dirigenti della polizia, che avrebbero agito senza comunicar nulla al Ministro. Poi il “fattaccio”, ma nessuno ne sapeva niente. Tutti i politici all’oscuro di tutto! finché saputolo, si prodigano a revocare l’incredibile decreto di espulsione. Proprio incredibile, oltretutto in un settore dove normalmente non si muove foglia che il Ministro non voglia. Siamo alle giustificazioni da operetta.
Il Premier Enrico Letta ha dettato la linea di condotta: “Chi ha sbagliato deve pagare”. E ha aggiunto:” Poi verranno presi i provvedimenti del caso e le teste che dovranno cadere verranno tagliate senza esitazione”. Si certo, con ogni probabilità quella del “maresciallo Picozzetti” e dell’appuntato “Grandicose”. Giustizia sarà così fatta. Come sempre.
Enrico Massidda