Tutto come previsto per la manifestazione organizzata a Roma dai sindacati. Per la prima volta di nuovo insieme dopo dieci anni circa di separazioni e polemiche. Tutto è andato per il meglio per le decine e decine di migliaia di persone giunte a Roma da tutte le parti d’Italia. Il lavoro, la lotta alla disoccupazione, lotta all’evasione fiscale, interventi urgenti del Governo per ridurre il disagio dei giovani senza uno stipendio, una revisione della situazione pensionistica.
Queste le parole d’ordine su cui si sono ricompattati i vertici di Cgil, Cisl ed Uil. Preso di mira è il Governo Letta. E’ chiaro che Susanna Camusso, Raffaele Bonannni e Luigi Angeletti sanno benissimo che il giovane neo Presidente del Consiglio è a Palazzo Chigi da poco. La sua quota di responsabilità nella situazione di crisi del Paese è del resto ridotta anche perché nel corso degli ultimi quindici anni lui ne sarà stato al Governo non più di tre o quattro, e tanto tempo fa.
Ovviamente l’azione pubblica è intesa in un ampio spettro di interventi. Allentamento della pressione fiscale su imprese, famiglie e pensionati; lotta più decisa all’evasione fiscale in modo che paghi di più chi ha di più e, magari, pure nasconde i soldi; incentivi alla nuova economia ed alle piccole imprese. Insomma, nessuno chiede più allo Stato di rimettersi ad inscatolare pomodori, anche perché si è visto che è molto facile trovare chi quei pomodori se li inscatola ma… a casa sua.
Però i toni contro il Governo Letta sono stati particolarmente accesi. Il segretario della Uil, Luigi Angeletti, è giunto a prospettare che, se necessario, saranno i cortei di pensionati e di cassa integrati a togliergli la spina.
Giù dal palco, ma non certamente segnale d’una presenza meno importante, c’era anche Guglielmo Epifani. Ex leader massimo della Cgil immediatamente prima della Camusso ed oggi segretario nazionale di un Pd che deve sostenere il Governo di Enrico Letta e stare accanto alle tre centrali sindacali che si scaldano tanto contro quell’esecutivo. Epifani ha tenuto a precisare che la giornata era troppo importante perché lui potesse far mancare la propria partecipazione.
Mentre le parti sociali tirano da una parte, Enrico Letta è sottoposto a strattoni anche da altri. In particolare il Pdl che alza la voce con il Vicepresidente del Consiglio, Ministro degli Interni e capo delegazione del partito di Berlusconi a Palazzo Chigi.
Così, la cancellazione dell’Imu e dell’aumento dell’Iva costituiscono una “linea Maginot” insormontabile. O mi dai questi due provvedimenti o io, i miei, non riesco più a tenerli. Questo sembra sia stato in sostanza il messaggio che Angelino Alfano ha spiattellato ad Enrico Letta poche ore prima dell’invasione pacifica di Roma dei lavoratori.
Giancarlo Infante