Tanto tuonò che piovve? La risposta l’avremo fra non molto. Mi riferisco all’ipotesi minacciata dal senatore Maurizio Gasparri, anzi, mi correggo, dal vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, in attesa della decisione della Consulta su una delle tante cause in cui è coinvolto Silvio Berlusconi e per la quale il leader del centro destra rischia l’interdizione dai pubblici uffici: “Qualora ci fosse un epilogo negativo e, per noi di inaccettabile valore politico, avremmo tutto il diritto di assumere iniziative come, in ipotesi, le dimissioni di tutti i parlamentari Pdl. Se non c’è praticabilità e la squadra esce dal campo, gli arbitri e i giudici devono considerare se la partita può andare avanti o meno”.
Fortunatamente, per noi e per loro, non tutto il Pdl sembra aver perso la capacità di analisi, nonostante l’improvviso arrivo di una calura agostana che, in effetti, può anche fare sbarellare ed esagerare nelle dichiarazioni. L’ex ministro Giancarlo Galan, infatti precisa: “Se Berlusconi fosse interdetto dai pubblici uffici non mi dimetterei. Credo che Gasparri non esprima il sentimento comune e non dica quello che, ad esempio, io penso e cioè che, anche se si fa fatica, le vicende giudiziarie sono qualcosa di diverso”. Nessuno vuol vedere condannare un innocente. Credo, per primi dei giudici seri e scrupolosi.
Se, invece, il “legittimo impedimento” c’era, i “Custodi della Costituzione”lo diranno e sanciranno che sbagliarono i magistrati. Capita. Non sarà la prima e unica volta. Nessuno può, in uno Stato di diritto, mischiare le cose tra di loro in un modo che non fa onore a chi è stato ministro, capogruppo di uno dei più grandi partiti della storia del Parlamento e oggi vicepresidente del Senato. Mi rendo conto che Gasparri vuole indicare alla Corte il rischio che, comunque, le vicende personali di Berlusconi finiscano per mischiarsi a quelle ben più importanti del Paese. Forse, però, ci arrivano da soli.
Attenzione, però, che la cosa non suoni come il tentativo di fare un’indebita pressione politica su di una istituzione che è di tutti gli italiani e non solo di una parte di essi. Gasparri che è sempre tra i primi a salire sulle barricate contro i giudici politicizzati vuole farsi dire che se, invece, va bene a Berlusconi la cosà è stata frutto delle minacce sue e degli altri pasdaran del Pdl di salire sull’Aventino per una storia di diritti televisivi?
Ma scusate, mi viene da chiedere, il Pd non ha un regolamento? Finché è in vigore applicatelo. Questa dovrebbe essere la vera, seria richiesta del Sindaco di Firenze che da sempre, giustamente, si batte per l’applicazione delle regole. Anche di quelle che non gli fanno comodo, però. A meno che, anche queste dichiarazioni, che non credo gli aumentino di molto le amicizie tra i futuri votanti delle primarie, non servano solo per dichiarare e tenere fermo il suo già buon livello di “audience”. Soprattutto tra chi non vota per il suo partito.
Nonostante una buona parte del gruppo parlamentare del Senato dei grillini si sia schierata con lei e, alla conta generale dei due gruppi parlamentari messi assieme, il risultato è stato, per alcuni versi, sorprendente: quasi 80 le palle nere che indicano la via del patibolo, ma quasi 50 le palle bianche del perdono. E 9 quelle juventine dell’astensione. Un brutto colpo per Grillo. La Rete potrebbe, così, lavare anche questa ultima onta e segnare un’apoteosi contro la Gambaro e a favore del fondatore del Movimento.
Giancarlo Infante