Anche nello spionaggio l’appetito vien mangiando. Così, si parte per spiare i terroristi e si finisce per farlo a danno di leader e politici dei paesi amici. Mettendo a rischio questa amicizia. Si rischia di danneggiare anche la fiducia in un sistema di protezione che potrebbe avere la sua logica se fosse diretto solo a tutelare il bene comune. Ma c’era proprio bisogno di spiare governi amici durante il G20 londinese del 2009?
Le rivelazioni di Edward Snowden si stanno rivelando, se possibile, ancora più devastanti di quelle di Julian Paul Assange, ancora rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador. WikiLeaks, infatti, rivelò, e continua a rivelare documenti utilizzati da agenzie e ministeri statunitensi delicati ma la cui raccolta non configurava dei veri e propri reati come quelli commessi dagli 007 di Stati Uniti e Regno Unito ai danni dei paesi alleati.
Agli italiani, ad esempio, chi dice che le spiate effettuate a danno dei loro uomini politici, per quanto suoni ridicola la cosa, non possono aver costituito un danno anche per tutti i cittadini? Spiare un’intera delegazione di un paese, magari composta anche da uomini d’affari, può pure significare danni potenziali per progetti, investimenti, occupazione. E che diritto hanno gli altri di spiare quando poi si lamentano degli haker cinesi e ci montano sopra inchieste, indagini e campagne giornalistiche. Così, tra l’altro, si mettono a rischio anche quei valori e quell’immagine di democrazia e di trasparenza che si dice di voler difendere nel mondo.
Il ministero degli Esteri di Ankara ha fortemente criticato il fatto che il governo britannico avesse intercettato telefonate e spiato i computer del Ministro delle Finanze della Turchia, nonché di altri 15 altri componenti la delegazione in visita. L’ambasciatore del Regno Unito ad Ankara, alleata nella Nato si è preso una bella lavata di capo: “E’ scandaloso per il Regno Unito, in un momento in cui la cooperazione internazionale dipende dalla mutua fiducia, rispetto e trasparenza. Tale comportamento da parte di un paese alleato è inaccettabile.” Il ministero degli Esteri sudafricano non è stato da meno ed ha chiesto al Governo britannico di “investigare sulla questione al fine di intraprendere un’azione forte e visibile contro i colpevoli.”
Intanto si sta consumando il dramma umano del padre di Edward Snowden che continua a supplicare il figlio di smetterla con le rivelazioni e di tornare a casa negli Stati Uniti, anche se dovesse affrontare il carcere. Lonnie Snowden in tv si è rivolto direttamente al figlio: “Credo fermamente che tu sei un uomo di principi” e ha anche smentito un sacco di cose scritte sul giovane dai giornali o detto in tv. Ha poi ribadito il concetto che nessuno deve essere spiato così come è stato fatto: “Se diciamo Oh mio Dio dobbiamo sacrificare la nostra libertà a causa della minaccia del terrorismo, beh, allora i terroristi hanno già vinto, perché è la nostra libertà che ci rende americani”.
Gianluca Scialanga