Mentre Enrico Letta è volato al G8 dell’Irlanda del Nord cercando di giocare di cesello sui delicati equilibri con i partner europei in materia di debito pubblico, sforamento del 3 per cento e così via, qualcun altro della sua maggioranza lo invita ad andarci giù, invece, di badile. Due modi diversi di concepire la politica ed i rapporti di forza. Il Presidente del Consiglio crede nella diplomazia, altri nelle prove muscolari. Letta sa benissimo che con i tedeschi e gli altri dell’Europa del nord, il modo migliore per non ottenere niente è proprio quello di sbattere i pugni sul tavolo.
Non a caso, l’accoglienza del commissario Ue agli affari economici Olli Rehn che parlava all’Euro Parlamento è stata senza diritto di replica: “Assicurare che il deficit resti sotto il 3 per cento e fare le riforme richieste sono la chiave per la ripresa in Italia”.
Altri la pensano diversamente. Questi altri, cui ci riferiamo, sono, per sintetizzare, Silvio Berlusconi e alcuni dei suoi del Pdl. In particolare Renato Brunetta e Fabrizio Cicchitto, impegnati in un duro scontro con il Ministro del Tesoro Fabrizio Saccomanni, il quale insiste a dire che non ci sono i soldi. Un ritornello che, in realtà, sentiamo dai tempi del ministro Giulio Tremonti. Allora osannato dai suoi come l’uomo che aveva tenuto i conti in ordine. Ovviamente, quelli del Pdl lo osannavano solo nelle vesti ufficiali, perché in privato criticavano il professore di Sondrio ferocemente e gli addebitavano l’incombente loro disastro politico. Quello che, poi, in effetti è arrivato, ma per altre questioni.
Del resto, proviamo a metterci nei suoi panni: deve giustificare ai suoi, al Paese, un accordo che il vecchio Berlusconi avrebbe definito “l’iniquo connubio”, l’accordo “con i comunisti”. Che almeno, la cosa serva a farci dire che stiamo facendo tutto noi! Che quei dannati europei, che hanno contribuito non poco a defenestrarmi, subiscano, finalmente, un’ iniziativa autonoma italiana. “Letta – ha incitato, in sostanza,- sfora, che l’Europa tanto non ci caccia”. E se il ministro Flavio Zanonato prova timidamente a dire che in ogni caso non ci sono soldi a sufficienza per l’Imu, lui lo rimbecca subito: ”E’ inconcepibile che il Governo non trovi i fondi”. Peccato che, in effetti, a Palazzo Chigi non siano più in grado di stampare moneta.
Letta, però, non può fare finta di niente, perché sennò i suoi se lo sbranano. Per il motivo opposto: abbiamo fatto un pessimo affare a sostenere il Governo che ha anche il voto di Berlusconi. Almeno, prendiamoci i meriti dove possiamo.
Letta non può fare finta di niente, anche per non perdere quel poco di prestigio che si è guadagnato in sede internazionale, dove le azioni di Berlusconi non è che siano aumentate di valore. Anzi. A Berlino c’è ancora la signora Merckel e a Parigi è subentrato un avversario vero, Francoise Hollande, al posto di un ex amico ingrato e scostumato, come si è rivelato Sarkozy. Ma Letta non può neppure esagerare nel rimbeccare troppo il suo principale alleato. E non è solo un problema di rispetto per l’età ed il curricula.
Il giovane Primo ministro italiano, insomma, deve un po’ subire il fatto che Berlusconi meni vanto delle cose che, invece, è lui a concordare con Angiolino Alfano il quale, fino a quando ci siamo messi a scrivere queste poche cose, ancora non ha parlato. Anche lui deve stare attento a quel che dice.
Giancarlo Infante