Sono tutti contenti degli 80 provvedimenti varati dal Governo Letta. Berlusconi, così, insiste a dire che il governo con il Centro Sinistra deve andare avanti. Solo vorrebbe una cosina in più: trovare subito le risorse per risolvere la questione Imu, cioè cancellarla, e per l’Iva, cioè non procedere all’aumento previsto tra poco. Il resto gli va tutto bene: é farina del nostro sacco. Dice soddisfatto, riecheggiando quanto aveva già dichiarato Angelino Alfano.
Sono soddisfatti anche quelli del Pd. E’ tutto un plauso alla iniziativa del Governo Letta. Peccato che fino a poco fa sembrava che molti di loro stessero preparandosi ad un cambio di Governo. Se niente niente un gruppetto di “grillini” avesse abbandonato le linee nemiche sfidando il fuoco ex amico di Beppe Grillo, questi pd erano, qualcuno è ancora pronto, a fare in modo che il Governo delle “larghe intese” fosse sostituito dal “Governo del cambiamento”.
Sa che può offrire la seria garanzia che l’Italia non sforerà più il maledetto vincolo del 3 per cento di Maastricht. Sa che può cominciare dove Berlusconi ha fallito e Monti ha concluso a metà: tessere una tela di alleanze nell’Unione, in modo da introdurre elementi nuovi sull’occupazione, gli aiuti alle imprese e altri aspetti, il sistema fiscale, lo scorporo degli investimenti dal conteggio del debito pubblico e tante altre cose che non possono non tener conto solamente degli equilibri e delle decisioni raggiunte in sede Europea.
In più ci sono anche i due ministri più coinvolti, Flavio Zanonato, quello che si è preso i fischi all’assemblea di Confcommercio, e Fabrizio Saccomanni, che i fischi non li prende perché frequenta solo consessi di banchieri e finanzieri. Quelli fischiano in altri modi. Alla fine, la loro domanda è semplice e chiara. Dove si trovano i soldi dei due mancati gettiti?
Berlusconi si meraviglia: ma come, in un bilancio di oltre 800 miliardi l’anno si faticano a trovare i miseri otto necessari per cancellare due iniqui balzelli?
Intanto, godiamoci la soddisfazione per gli 80 provvedimenti varati da Enrico Letta. Del resto, il cavaliere osserva anche cosa sta succedendo in casa del suo alleato di sempre: la Lega. Osserva, perché con una Lega squinternata, viene meno un bel pezzo dell’ipotesi di far saltare Letta e andare alle elezioni in autunno. A maggior ragione dopo la brutta botta delle amministrative. E in casa Lega non c’è proprio da stare sereni.
Sembra intenzionato a riprendere la ramazza in mano e si arrabbia quando vede che Bossi non se l’é filato un pezzetto e non si è neppure fatto vedere. Maroni, però, si galvanizza e galvanizza i suoi con un proclama: “Torniamo ad essere movimento perché così prendiamo i voti dei grillini”.
Poche ore e sapremo come stanno veramente le cose. Almeno all’interno dei gruppi parlamentari del Movimento Cinque Stelle che si riuniranno congiuntamente per esaminare il caso della senatrice Adele Gambaro, accusata di lesa maestà per aver osato criticare Beppe Grillo.
Giancarlo Infante