La questione della possibile spaccatura del Movimento Cinque Stelle sta agitando anche il resto della politica italiana. Non sappiamo esattamente cosa stia avvenendo nei gruppi parlamentari dei seguaci di Beppe Grillo. E’ chiaro che sta crescendo il disagio interno. E’ chiaro che qualcuno stia pensando di mettersi in proprio e lasciare il troppo decisionista Beppe Grillo. Quanti sono? Le prossime puntate di questa “novelas” alla genovese sono preannunciate per l’inizio della prossima settimana.
Sono cose accadute a suo tempo, nei primi anni dell’avvio, anche nella Lega sia pure in maniera meno eclatante e, forse, con conseguenze meno pesanti in termini di numeri. Probabilmente, lo stesso accadrà anche nel Movimento organizzato attorno a Grillo. Continuerà un lento stillicidio, ma non è detto che si crei davvero un fronte anti Beppe.
I giornali, ma dicono la verità o scrivono quello che loro sperano?, paventano la possibilità che, addirittura, gli scissionisti possano arrivare a formare due gruppi parlamentari autonomi. Riusciranno ad essere addirittura 20 alla Camera e 10 al Senato? Era il problema di Fini. Ci riuscì per poche ore. Poi, sappiamo come è andata a finire. Male che vada, i secessionisti formeranno dei sottogruppi in quello Misto, ma, in questo caso, la loro azione finirebbe per sfociare in una scissione a metà. Beppe Grillo, forse, tiene il punto perché pensa che se ne andranno in pochi? A lui che gli importa?
Bersani si dichiara leale sostenitore del Governo guidato dal suo ex vicesegretario: “noi non stacchiamo la spina ad Enrico Letta”. Nessuno, certo, mette in dubbio la sua sincerità. E’ evidente, però, che se degli elementi nuovi dovessero intervenire e mutare il quadro politico e potessero favorire la creazioni di diversi equilibri, quelli da mettere in piedi con Sel e Beppe Grillo, non ci dovremmo meravigliare se l’ex segretario del Pd si appassionasse ad un’ipotesi diversa rispetto a quella attuale su cui è basato il Governo Letta. La logica vorrebbe, però, che loro avessero un accordo con Beppe Grillo o, se non con lui, almeno con la
Se sono rose fioriranno, ma il Pdl ha subito reagito a quanto si è scritto e si sta ancora scrivendo su questa ipotesi scissionista che nasconderebbe un classico, bel ribaltone all’italiana. Gli uomini di Berlusconi hanno ricordato immediatamente che un diverso assetto governativo porterebbe direttamente di nuovo alle urne. La risposta di Guglielmo Epifani, il “traghettatore” chiamato a sostituire Bersani alla guida dei democratici, però, è netta: questo assioma non è scontato. La fine del governo Letta, cioè quello dell’intesa con il Pdl, non è affatto detto che coincida con la fine della legislatura.
Insomma, gli “alleati” si stanno scambiando messaggi. Neanche tanto cifrati. Ma tutto resta molto vago. Così, come sa fare una formichina, Letta va avanti con il suo Governo. Non è che lui non si occupi del resto. Anzi! Non è così sprovveduto. Le sue orecchie sono sempre vigili e pronte a focalizzarsi anche sulla più piccola ed insignificante delle dichiarazioni che riguardano la realtà politica italiana.
80 articoli, in una buona misura anticipati da tempo, che spaziano da provvedimenti sul fisco, alle infrastrutture, all’edilizia, all’energia, la scuola e l’università. Grande il rilievo dato alle semplificazioni burocratiche ed alla riforma della Giustizia. Su questo ultimo punto è stata data grande enfasi al fatto che la mediazione civile sarà obbligatoria. Un punto cui è dedicata l’intervista pubblicata da RomaSettimanale.it al giudice Persico il quale ricorda come la mediazione sia stata appena bocciata dalla Corte Costituzionale proprio per quella obbligatorietà che ora viene reintrodotta.
L’obiettivo torna quello di tagliare un milione di processi in cinque anni. Si tratterà di vedere, però, come gli esperti giuridici riusciranno a superare la freschissima pronuncia della Suprema Corte e, soprattutto,
Alle famiglie giungono 500 milioni di Euro, una piccola boccata di ossigeno, per provvedimenti che dovrebbero comportare bollette energetiche meno care. Poi è introdotta l’impignorabilità della prima casa da parte di Equitalia ed un allungamento dei tempi entro cui scatta un’azione di recupero perché non vengono pagate le rate: adesso possono salire ad 8.
Alle aziende, invece, si cerca di assicurare del credito agevolato. Sono previsti cinque miliardi di euro per favorire l’acquisto di nuovi macchinari alle imprese. Dovrebbero ripartire piccole, medie e grandi opere grazie ad altri 3 miliardi di investimenti in grado di assicurare 30mila nuovi posti di lavoro. Visti i tempi di durata del Consiglio dei Ministri, da cui è uscito particolarmente entusiasta il Vice Premier Alfano, sostenendo che è stata condotta una battaglia a favore dei cittadini, un ampio provvedimento dedicato alle semplificazioni sarà esaminato più nel dettaglio nel corso della prossima riunione.
Giancarlo Infante