“Grillo è meglio se se ne va in Australia. Io lo dicevo già dieci giorni fa: Grillo oramai non è più spendibile sul piano politico perché ha buttato via il biglietto vincente del primo premio della lotteria”. Questo il bruciante commento di Bruno Tabacci a RomaSettimanale.it che dà una valutazione sul ruolo politico del Movimento Cinque Stelle in questo momento e nel prossimo futuro.
La chiacchierata telefonica con il leader del Centro democratico nasce sulla scia di un suo commento pubblicato sulla sua pagina Facebook: “È frutto di un errore di sottovalutazione ritenere che la crisi del Movimento 5 Stelle sia figlia di una comunicazione sbagliata di Grillo e del suo blog – ci dice Tabacci – ma a mettere fuori gioco il Movimento è stata ed è la disastrosa gestione del risultato elettorale, a cominciare dalla fase dell’elezione del Presidente della Repubblica per la quale i parlamentari di Grillo potevano essere decisivi e invece hanno preferito marginalizzarsi da soli finendo col risultare del tutto irrilevanti.
“Beppe Grillo, continua Tabacci, ha rinunciato a fare politica nel momento in cui è stato travolto da una clamorosa vittoria cui non segue un’adeguata iniziativa politica. Ma questo gli italiani lo stanno capendo. Sono lui ed i suoi parlamentari che tardano a capire. Avevano la possibilità di eleggere Romano Prodi alla Presidenza della Repubblica e di sviluppare una dialettica politica con Rodotà. Invece, neppure alla quarta votazione hanno compreso cosa stava accadendo e come potevano svolgere un ruolo eccezionale”.
Alla domanda di RomaSettimanale.it se lui ritiene che Grillo possa “recuperare” la situazione, Tabacci replica sostenendo che oramai i giochi gli sembrano fatti: “è meglio che Grillo se ne vada all’estero”.
Su questo punto, però, ci sarebbe da registrare una profonda spaccatura all’interno dei senatori del Movimento. In discussione, infatti, ci sarebbe da comminare il massimo della pena per la senatrice Gambaro, la quale aveva osato lamentarsi della posizione troppo intransigente tenuta fin ora da Beppe Grillo.
Grillo, da un altro lato, ammette di essersi impegnato in una fatica di Sisifo contro la partitocrazia. Si sente solo in questo sforzo e chiede l’appoggio direttamente ai suoi sostenitori. Non sappiamo come la sua molto umana ammissione dei propri limiti, che ce lo fa apparire simpatico e genuino, sarà presa dai circa 150 parlamentari che sono a Roma in rappresentanza sua e dell’intero Movimento. Tutti loro rivendicano il fatto di essere impegnati contro il vecchio sistema dei partiti.
Un sistema che, del resto, anche gli italiani auspicano venga superato al più presto. Si tratta di mettersi d’accordo sul come. Non è detto che uno solo abbia la verità in tasca e che da solo riesca là dove, forse, ci sarebbe bisogno di ampie convergenze. Comincia a riconoscerlo anche Grillo? Non sembra, ma in molti ci sperano.
Giancarlo Infante