Bene Enrico Letta a intervenire ai lavori della Cisl. Bene a parlare dal palco in maniche di camicia. Con un’aria da solido leader di paese anglosassone, più che da Presidente del Consiglio Italiano. Messo a Palazzo Chigi con un miscuglio di necessità e scaltrezza da parte di chi, a destra come a sinistra, prova solo superare un brutto momento d’incertezza prima di ritessere la propria tela in piena libertà. I risultati elettorali delle amministrative, però, sembra lo stiano rafforzando.
C’è chi sostiene,invece, che Silvio Berlusconi, un po’ per reagire al brutto momento giudiziario, un po’ per far valere il ruggito del vecchio leone, potrebbe essere tentato di correre al voto politico. Ha notato lo scarto tra il risultato ottenuto per la Camera ed il Senato e quello per il voto amministrativo. Per il quale, però, in campo lui non è sceso per niente. Lo sapeva già come andava a finire? Per evitare, allora, che i brutti voti ottenuti da tutti i suoi nei comuni finisca, alla lunga, per intaccare quello che lui giudica un ritrovato rapporto positivo personale con il Paese, potrebbe pensare ad un anticipato voto autunnale.
Lo stesso vale, anche perché di mezzo ci sono le valli, per il povero Bobo Maroni che non ha fatto neppure in tempo ad insediarsi in Via Bellerio e già legge delle percentuali tali da rendere impossibile persino il pensare alla “macroregione”, da creare con i fedeli Cota e Zaia. Pensano alla “macroregione” e si trovano con un “micropartito”.
I parametri di riferimento del quadro politico italiano, dunque, cambiano velocemente.
Il Pd appare in una grande temperie spirituale ed organizzativa che sembra caratterizzata più da slanci o contrazioni emotive, piuttosto che su lucide analisi di prospettiva. Si capisce che ci sono in atto diversi giochi. Renzi deve impostare nuovamente la propria strategia perché, dopo aver ostacolato non poco Pier Luigi Bersani, non può permettersi il lusso oggi di sgambettare anche Enrico Letta. Tra l’altro, se il quadro politico dovesse reggere, egli si troverebbe contro, non solo l’attuale inquilino di Palazzo Chigi ma anche quello del Quirinale ed il già citato Silvio Berlusconi. Un’impresa titanica anche per il tanto intraprendete sindaco di Firenze.
Allora, lo sussurrano i suoi più vicini, sembrano dimostrarlo suoi comportamenti concreti, si starebbe orientando più per impegnarsi nella battaglia per la segreteria del Partito. Forse perché convinto che Guglielmo Epifani sia facile da sconfiggere nel caso di una chiamata alle primarie. Ma non è detto! Visto che, come ha dimostrato la vicenda delle ultime primarie, quando si vota a livello di partito le opinioni di chi ne è fuori, in primo luogo quelle dei giornali, contano molto poco.
L’unico elemento di garbato rilievo da fare ad Enrico Letta è che per rendere perfetta la sua immagine di autentico leader da centro-nord Europa dovrebbe un pochettino di più darci notizie sui programmi che il suo Governo metterà al più presto in atto per risolvere le questioni che lui con molta chiarezza enumera e rappresenta. Che ci sia bisogno di lavoro lo sappiamo anche noi. Avremmo bisogno di sapere anche come concretamente lo creiamo! Per Imu ed altre questioni è sostanzialmente lo stesso: più fatti e meno enunciazioni.
Giancarlo Infante