Domenico Quirico è vivo. L’inviato de La Stampa di Torino scomparso in Siria dal 9 aprile ha brevemente parlato al telefono con la sua famiglia: “Sono papà, sto bene” ha detto a una delle figle, rassicurando poi velocemente la moglie. Non si conoscono al momento altri particolari, tantomeno dove Quirico esattamente si trovi e in “compagnia di chi sia”, come ha precisato il Ministro degli Esteri Emma Bonino che sta seguendo personalmente la vicenda.
L’annuncio del “contatto” di Quirico con la famiglia è stato dato con un twitt dal direttore del suo giornale, Mario Calabresi che ha scritto: “Domenico Quirico è vivo e oggi ha parlato con la moglie. È ancora in Siria, speriamo di riabbracciarlo presto”. Poi aggiunge: “Confidiamo nel lavoro delle nostre autorità per riportarlo a casa. La situazione resta molto delicata”.
L’inviato della Stampa era entrato in Siria due mesi fa, il 6 aprile scorso, attraverso il confine libanese, diretto verso Homs. Aveva in mente di spingersi all’interno del Paese fino alla periferia di Damasco, per raccontare la guerra civile siriana, che segue fin dall’inizio. Lo scorso fine settimana
Sessantadue anni, è stato a lungo in prima linea nei paesi del Nord Africa e della “Primavera araba”, di cui è un grosso conoscitore e a cui nel 2011 ha dedicato un libro: “Primavera araba”. Quirico ha seguito tutte le vicende africane degli ultimi vent’anni, dal Ruanda al Congo, alla Somalia. Negli ultimi anni si è dedicato alla guerra in Mali, è stato in Somalia e ora è la quarta volta che si trova in Siria. Nell’agosto 2011 nel tentativo di arrivare a Tripoli era stato rapito insieme con due colleghi del Corriere della Sera e uno di Avvenire. Durante il sequestro fu ucciso il loro autista, i reporter furono liberati solo due giorni dopo.
Enrico Massidda