Polpette avvelenate sparse per il Parco d’Abruzzo. Sono ben trenta i bocconi letali rintracciati nella Valle Cervara e nel vallone Lampazzo. Autori del ritrovamento i cani addestrati del Corpo Forestale che hanno così impedito un massacro. Volevano sterminare definitivamente i già pochi esemplari di orsi rimasti, al centro da anni di un progetto di ripopolamento. Ai responsabili del parco è apparso subito evidente la capillare organizzazione di tale gesto.
«E’ un attacco organizzato, un’operazione in grande stile che rivela la volontà di far saltare l’equilibrio di uno dei cinque parchi storici d’Italia: poteva essere la fine di un lavoro durato decenni per far tornare gli orsi e i lupi nella loro terra», sostiene Aldo Di Benedetto, ex direttore del parco e dirigente dell’Associazione nazionale Pro Natura. L’attenzione dei responsabili del parco rimane alta. Non è la prima volta che si ritrovano a dover fronteggiare situazioni simili.
Già nel 2007 era stato sventato un attacco simile, ma quello di oggi non ha precedenti. Fortunatamente nessun animale è venuto a contatto con le “trappole”. Resta comunque netta l’impressione che il parco e i suoi ospiti non siano graditi.
Luca Pandolfi