Fiona Tan è nata a Pekanbaru in Indonesia, e poi si è trasferita in Olanda nel 1988. E’ un’artista affermata a livello internazionale, lavora principalmente con il video e la fotografia. Al Maxxi di Roma presenta quattro video. Al piano superiore si apre la grande sala e prima di entrare viene offerta una cuffia. Ci sono tre proiezioni. Appena ci si avvicina ad uno dei video nella cuffia, per magia, arriva il suono dedicato. Una soluzione tecnologicamente piacevole.
Si viene attirati dalla zona in fondo dove ci sono due schermi uno di fronte all’altro e una serie di grandi cuscini su cui sdraiarsi e godere delle immagini. Il titolo è Disorient, una doppia proiezione che partendo dai diari di Marco Polo che hanno contribuito non poco a diffondere malintesi e pregiudizi sulle popolazioni orientali, arriva a immaginare come sarebbe stato il museo privato dell’esploratore veneziano.
L’artista “antropologa” presenta anche Cloud Island opera che ha per protagonista l’isola di Inujima simbolo dell’industrializzazione del Giappone che ha snaturato completamente la vita dell’isola e le abitudini dei suoi abitanti.
Per finire Inventory (2012 prodotta con il contributo del Philadelphia Art Museum e Mondriaan Fundation Amsterdam) che da
Il collezionista dal 1833 ha raccolto pezzi antichi legati a Roma. Un tentativo di riproporre le stesse immagini che ha “visto” l’occhio dell’artista camminando per le stanze piccole e anguste. Manca la sua emotività, la sua partecipazione, il medium è comunque freddo e immobile.
Afferma Fiona Tan che il museo di Soane “… è stretto e stipato come la tana di un coniglio e l’allestimento della collezione è assai bizzarro e discutibile. Non c’è stanza in cui non avverta la solitudine del proprietario e la sua preoccupazione della morte.”
Questo mi ricorda l’etimologia delle parole “fotografia” e “cinematografia”, disegnare o scrivere con la luce e con il movimento. Con questo lavoro sto cercando di indicare il ‘vluchtigheid van de optekening’: la fuggevolezza di queste registrazioni filmate. A volte ho l’impressione che nell’ epoca contemporanea sia proprio la transitorietà a essere resa eterna. In un certo senso i mezzi espressivi scompaiono nell’attimo stesso in cui guardiamo o osserviamo.”
Al pian terreno del MAXXI si può vedere Correction, opera video composta da sei proiezioni allestite secondo il modello del Panopticon (il carcere ideale progettato nel 1791 da Jeremy Bentham), in cui l’artista presenta 330 ritratti di prigionieri e guardie americani. Sono video retro proiettati con i carcerati ripresi immobili e in piedi nel loro ambiente.
Giusy Lauriola
MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo
www.fondazionemaxxi.it – info: 06.399.67.350; info@fondazionemaxxi.it
orario di apertura: 11.00 – 19.00 (martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, domenica) 11.00 – 22.00 (sabato) giorni di chiusura: chiuso il lunedì, il 1° maggio e il 25 dicembre