Il caso Ilva di Taranto torna prepotentemente in primo piano. Gli importanti arresti dei giorni scorsi, sui quali spicca quello del Presidente della Provincia Gianni Florido (PD), riportano l’attenzione dell’Italia sulla complessa e lunga situazione dell’industria siderurgica tarantina.
Le ultime notizie riguardano, le accuse mosse a numerosi soggetti per il reato di concussione nella gestione, da parte dell’Ilva, della cava “Mater Gratiae” adibita a discarica. La convinzione più diffusa é che molto c’è da scavare per arrivare ad un quadro completo di responsabilità. Nel frattempo, a rimetterci sono i lavoratori dell’impianto e tutto il territorio circostante all’Ilva nel quale si registrano picchi record di infezioni e di patologie tumorali.
Non ha dubbi l’on.Domenico Maria Amalfitano, già parlamentare per quattro legislature, sottosegretario all’istruzione, oggi Professore dell’Università Cattolica, ma soprattutto tarantino, sostiene che i punti di riferimento per la soluzione della drammatica vicenda sono costituiti dalla Corte Costituzionale, dal decreto governativo e dalla Corte Europea.
Le stesse scottanti tematiche sono state al centro del dibattito svoltosi presso l’Università La Sapienza di Roma, nella Facoltà di Scienze politiche, cui hanno partecipato, tra gli altri, Rosario Rappa della Fiom-Cgil e
Rappa, della Fiom-Cgil, rispondendo a una nostra domanda sulla possibilità di trovare una soluzione realistica sul dilemma tra salute e sopravvivenza di produzione e lavoro, ha sostenuto che “l’azione futura deve incentrarsi sulla bonifica dell’industria e dell’intera area. Una risposta ai problemi dell’occupazione può venire anche dagli interventi di bonifica necessari, e non solo per la presenza Ilva. Vista che su tutta la zona incombono problemi ambientali e di salute a causa di altri fattori inquinanti, come quelli rappresentati dalla discarica””
L’on. Amalfitano ricordando, infine, come gli interventi, positivi per l’occupazione, siano stati gestiti in un’ottica puramente economicista, ritiene che oggi sia possibile cambiare registro. “La collaborazione tra Stato, enti di sorveglianza locale e cittadini- ha precisato – deve portare a ricomporre la compatibilità tra lavoro e salute. Questa è la strada indicata dalla Suprema Corte e dal Governo. Questa l’unica strada che potrà risolvere la situazione dei lavoratori e della popolazione”.
Luca Pandolfi