Il grande passo avanti nella conservazione delle barriere coralline e della biodiversità marina è cominciato negli anni ‘80 con la creazione dei parchi marini protetti. Oltre un quarto delle barriere coralline si trovano in parchi e riserve ma solo il 6 per cento di queste aree marine sono adeguatamente protette. Soprattutto in zone popolose come i Caraibi, il Sud-Est Asiatico, l’Africa Orientale e il Medio Oriente, sarebbe vitale istituirne di nuove per preservarle dall’inesorabile declino e dedicarle alle future generazioni.
Quello che distrugge la barriera è la pressione di più di 275 milioni di persone che vivono a una distanza inferiore ai 30 chilometri dalle coste e che hanno l’abitudine di pescare intensivamente, smaltire i rifiuti in mare, gettare l’ancora di piombo delle barche sui coralli fragilissimi. Alle abitudini quotidiane si aggiungono i recenti fenomeni climatici di innalzamento delle temperature che provocano la morte delle alghe ospiti nelle strutture di corallo e l’acidificazione del mare dovuta alle precipitazioni di pioggia acida che raccoglie particelle dalle zone sempre più inquinate del pianeta.
Questo cocktail di comportamenti, letale per la barriera corallina, è la nostra vita moderna. La barriera è una delle vittime involontarie delle nostre abitudini inconsapevoli. Raramente, infatti, ci domandiamo se quello che consumiamo è un lusso
Poi arriva il giorno che programmiamo una vacanza e la foto della nostra meta ci mostra una distesa di sabbia vergine che limita uno specchio di acqua cristallina. Solo una volta giunti a destinazione, ci rendiamo conto che su quella spiaggia, mischiate alle conchiglie, ci sono decine di rifiuti abbandonati da sconosciuti che hanno viaggiato per anni e arrugginiti sono finiti arenati in un contesto, per un oggetto di plastica, assolutamente fuori luogo. Niente è più veramente così vergine, neanche sott’acqua, dove filamenti di buste sfilacciate rimangono impigliate nei rami di corallo finché un subacqueo volenteroso decide di tagliarli.
La presenza delle barriere è importante non solo perché sono un tesoro di biodiversità con 4.000 specie di pesci, ma anche perché contribuiscono a proteggere ben 150.000 km di coste e le popolazioni che ci vivono (Panda WWF, aprile 2011).
Il Parco Marino indonesiano di Bunaken, Nord Sulawesi, si estende su 80 ettari di terra e area marina ed ospita sette volte il numero
La sua funzione è di conservare la fauna e flora endemica, supportare la popolazione residente con le risorse naturali che crescono nel parco e creare un paradiso per la subacquea ricreativa. Il clima è diviso in due stagioni: la stagione secca e la stagione delle piogge. Durante la stagione secca (maggio – ottobre) il vento soffia da sud-ovest portando aria calda e mare calmo. Durante la stagione delle piogge (novembre – aprile), invece, il vento soffia da nord-ovest portando pioggia e mare mosso.
La barriera corallina del parco, che si estende per 80 kmq, ospita una varietà di circa 2000 specie di pesci e circa 60 varietà di coralli. Accoglie anche diverse specie in pericolo di estinzione come il celacanto, il dugongo, balene, delfini, tartarughe e un certo numero di coralli e conchiglie rare.
A Bunaken esistono 26 specie diverse di mangrovie, quelle dominanti appartengono ai generi Rhizophora, Avicennia, e Sonneratia. La gente locale utilizza le mangrovie per le proprie necessità quotidiane: come materiale da costruzione per creare i supporti per l’allevamento delle alghe, per la creazione di trappole per pescare e finanche impiegandole nella medicina tradizionale. Molta della deforestazione delle mangrovie, inoltre, è causata dalla necessità di rifornire Manado (grande città sulla costa) di legna da ardere.
La coltivazione principale nel Parco è la noce di cocco. Le palme da cocco sono facili da coltivare e da vendere, quindi molto versatili. Le altre coltivazioni sono mango, cacao, noce moscata, banana, cassava, riso, mais, melanzane e peperoncino. Il Parco ospita anche mammiferi (scimmie, cervi, pipistrelli, civetta delle palme), una grande varietà di uccelli e rettili (serpente di mare, coccodrillo estuarino, tartarughe). L’animale più singolare è il Tarsio, un minuscolo primate che pesa poco meno di 100 grammi.
A Bunaken si arriva in barca da Manado, capitale del Sulawesi, Indonesia. Il viaggio è lungo ma interrotto da una sosta a Singapore o a Giakarta, dipende dalla linea aerea prescelta: Singapore Airlines o Indonesia Airlines. Durante il mio soggiorno a Bunaken ho avuto la fortuna di immergermi in condizioni meteorologiche ideali, ho fatto immersioni in pochissima corrente cosa che mi ha aiutato a rimanere immobile davanti ai microscopici organismi che fotografavo. Questi animali sono talmente piccoli che non si possono trovare o vedere senza l’ausilio di una guida che li indichi.
La natura marina è una scoperta avvincente piena di sorprese giornaliere. Di ogni specie esistono decine di varietà, a volte viste solo sui libri di biologia marina. Anche di una semplice stella marina esistono forme mai viste prima, adattate a quella latitudine e a volte anche solo a quell’area geografica. Infatti molto dipende dalla qualità della luce ricevuta, dalla temperatura dell’acqua e dai vortici di correnti che portano dal fondo del mare preziosi nutrienti. Questa nozione è quello che fa, della scoperta della barriera corallina, una delle avventure più straordinarie dei nostri giorni.
Testo e foto di Vittoria Amati