Le vicende giudiziarie del cavaliere e senatore Silvio Berlusconi continuano a occupare titoloni e pagine su pagine dei giornali nazionali ed esteri. Per non parlare poi delle televisioni eccitate alla sola prospettiva dell’aumento dell’audience. E non solo quelle del gruppo Mediaset. Il Pdl è insorto come un sol uomo e lascia campo libero ad interventi di fuoco del neo Presidente della Commissione Giustizia del Senato,Francesco Nitto Palma ed alla “ pasionaria” Daniela Santanché.
Nitto Palma sostiene che si tratterebbe del primo caso in Europa di un uomo politico eliminato giudiziariamente. Dimenticando, però, un certo Kohl in Germania e svariati parlamentari in Gran Bretagna dove, se non altro, vengono “ dimissionati” dal loro stesso partito alla prima chiacchiera che li riguarda.
Tutti sanno che il Cavaliere non finirà mai per scontare neppure un giorno delle sue condanne. Ammesso che riescano a diventare definitive e confermate anche dopo il vaglio della Cassazione. Eppure, i suoi più incalliti critici non disarmano e, da più di vent’anni, continuano a fare la “ ola” per ogni veemente requisitoria contro di lui. Come se si fosse ancora alla prima imputazione e qualunque sia l’accusa mossa all’uomo che si professa il più inquisito della storia moderna italiana.
Le trasmissioni televisive, sin dalla prima mattina, si trasformano in dozzinali corti d’assisa con il paradosso che, in alcuni casi, finiscono per trasformarsi in processi a carico dei magistrati inquirenti. Così il “ processo mediatico” è davvero generale. Il guaio è che a questi tipi di udienze in diretta partecipano sempre dei politici i quali sono obbligati, ovviamente, ad assumere una parte in commedia.
Noi spettatori, però, li vediamo, soprattutto li sentiamo, o contro o a favore, senza poter essere certi che hanno seguito tutto il dibattimento e letti tutti i rapporti e tutte le deposizioni. Il guaio è che oggi nostri vecchi maestri di giornalismo questo c’insegnavano: prima, leggi le carte!
Quello che riguarda Silvio Berlusconi, così, non è più un caso di giustizia, possibilmente da affidare a persone mature, distaccate e serene come abbiamo sempre pensato debbano essere i magistrati.
No!, è un caso da tifoseria non del tutto normale e salutare per dei cittadini che vorrebbero sapere proprio come stanno le cose.
L’unico elemento positivo di queste ore è che dal dibattito si stanno almeno tirando fuori i componenti del Governo. Sarà servita la clausura dell’Abbazia in cui se li è portati Letta? In molti lo sperano perché, in attesa della sentenza, cui seguirà l’appello e, poi, la Cassazione, incombono sul Paese dei problemini proprio da nulla: debito pubblico, perdita di fatturato, calo della produzione, aumento della disoccupazione. Non scordiamo, la crisi siriana che ci tocca direttamente visto che qualche centinaio di “marines” arrivano da noi in Sicilia, a Sigonella.
Giancarlo Infante