L’Avvocato Antonino Galletti, del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Roma, esperto amministrativista, ha portato a casa il primo successo: il Tar del Lazio ha sospeso la decisione di chiudere il Tribunale di Ostia per spostarne funzioni ed attività a quello principale di Roma. “Addirittura – si lamenta Galletti – volevano anticipare la chiusura a questo mese di Maggio, anche se il decreto Monti 155 del 2012 la prevedeva per Settembre di quest’anno”.
Tutti i romani, non solo quelli di Ostia, oggi una delle più grandi città italiane con i suoi 300 mila abitanti, tirano un respiro di sollievo. Basta frequentare gli uffici dei tribunali romani per capire che l’idea di farci aggiungere altre pratiche è al limite della temerarietà. Eppure, così sembrava deciso. Prima che si scatenasse, però, la reazione dell’Associazione Colleganza Forense e di un gruppo di legali di Ostia che hanno incaricato l’avvocato Galletti di rappresentarli dinanzi al Tribunale Amministrativo del Lazio.
I giudici non hanno avuto dubbi: il trasferimento del Tribunale di Ostia e sospeso.
Tra i tanti punti formulati dall’avvocato Galletti ne spiccano, in particolare, due: non è stata svolta alcuna istruttoria sull’argomento e, in più, il provvedimento è stato inserito in un decreto legge , quello della revisione della spesa. “Sostanzialmente- dice l’avvocato Galletti- riguardava altro e non poteva certo entrare nel merito della riforma dei Tribunali da considerare all’interno della più ampia riforma della Giustizia”.
Adesso, l’attesa è per il 2 Luglio quando la Suprema Corte dovrebbe pronunciarsi e far sapere come la pensa su una materia che a suo tempo agitò tanto le prime pagine dei giornali, tutti alla caccia di spese da tagliare.La conferma che l’Italia è sempre in emergenza e che, sulla pressione dell’immediatezza si finisce per combinare altri guai, forse, persino peggiorando la situazione.
L’avvocato Antonino Galletti è sicuramente soddisfatto, oggi, ma è convinto che molto debba essere fatto per affrontare i veri nodi ed i gravi problemi della giustizia. “Il guaio è – dice a Romasettimanale.it- che si parla sempre e soltanto della giustizia penale.
Ma il Parlamento è pieno di avvocati, stuzzichiamo noi…
“Soprattutto di magistrati e di professori del diritto. Un po’ meno di coloro che ogni giorno corrono da un’ aula di tribunale all’altra o da una cancelleria all’altra. Purtroppo, manca il coinvolgimento vero degli avvocati di professione…”
Non esiste un ambito istituzionalizzato in cui tutti i soggetti coinvolti sul tema giustizia possano confrontarsi continuamente?
“E’ il Ministero che dovrebbe farlo. Sentendo di più l’Avvocatura, le associazioni dei consumatori … insomma avviare un sistema organico di verifiche su provvedimenti che non dovrebbero più solo calare dall’alto e spesso in maniera non razionale”.
Giancarlo Infante