Shimon Peres, Presidente di Israele, riceve la cittadinanza onoraria per la pace del comune di Assisi, in provincia di Perugia. “L’unica alternativa per noi tutti sta nel perseguire la pace: la pace è il merito più importante che ci permette di superare i pericoli. Dobbiamo pregare insieme per la fine di quello spargimento di sangue così terribile nella nostra regione affinché anche quella parte del mondo sia un luogo in cui le persone possano camminare mano nella mano”, un’immagine che ben descrive la pace.
Queste alcune delle parole di Shimon Peres, il presidente israeliano in visita in questi giorni in Italia, per invitare Papa Francesco ad un pellegrinaggio in Terra Santa.
Dopo l’incontro alla Santa Sede il presidente Peres, premio Nobel per la pace nel 1980, si è recato ad Assisi, dove ha ricevuto dalle mani del sindaco Claudio Ricci l’onorificenza della “cittadinanza per la pace”, la prima che da quest’anno e d’ora in avanti, il Comune della città serafica assegnerà a personalità considerate meritevoli per il loro impegno nel perseguire la pace nel mondo.
Molti i punti chiave del suo discorso, durato circa venti minuti, fatto di passato, presente e futuro: dalla scienza alla fede, dall’etica alla storia e alle diverse religioni, riconducendo ogni parola alla necessità che dalla vita politica a quella religiosa ci sia un costante dialogo e un profondo ascolto, gli unici strumenti in grado di favorire una vera alleanza tra i popoli e le nazioni.
Numerose parole di elogio per Papa Francesco, “il primo pontefice non europeo eletto dopo molti anni, dopo che Gregorio III, nato in Siria, divenne il primo papa gesuita nella storia. Papa Francesco (ndr) si è già guadagnato l’ammirazione di tutto il mondo per la sua vera modestia, l’amore per la pace, per la sua preoccupazione per i poveri e la giustizia sociale e per il suo appello per il dialogo ecumenico che dovrebbe soffiare come un vento giungendo a rinfrescare i nostri cuori”.
Poi una parola anche per il presente, quando sottolinea la necessità di un ritorno alla modestia, parola spesso ricorrente nel suo discorso, declinata in ambito politico: “essere modesti è un messaggio importante per quelle persone che vogliono dedicarsi alla vita pubblica. Per tutti coloro che vogliono gestire la cosa pubblica, se vogliono servire al meglio le persone, devono cercare necessariamente di non governarle solamente, si tratta di amare la fede, perseguire la pace, rispettare i vostri cittadini, come so che fate”.
E in chiusura il presidente Peres parla di futuro. “Credo che i leader religiosi di tutte le fedi possano fornire un grande contributo per la pace in modo da porre fine alla violenza e alle morti. Nessuno di noi può rimanere indifferente quando si vedono bambini uccisi. Quando si vedono persone che non hanno di che nutrirsi e che devono sperimentare la povertà. A mio modo di vedere è un crimine esistenziale prima che politico. Quindi dobbiamo porre fine alla fame, eliminare l’ignoranza, salvare le vite di milioni di bambini. Facendo questo salveremo anche il futuro. Dobbiamo cercare una soluzione permanente e non ignorare ciò che può accadere nel breve periodo”.
Ilaria Maiolino