Roma – Forse non sarà un miraggio, ma i dubbi restano. Presto Roma potrebbe essere collegata da Centocelle al Colosseo , per poi proseguire, ma chissà quando, fino al Foro Italico, con una potente metropolitana rispondente ai più avanzati criteri in fatto di tecnica e confort. L’annuncio è stato “ridato” dall’Assessore alla mobilità Spena e confermato dal sindaco Alemanno nel corso della sua recente vista compiuta nei giorni scorsi alla stazione di Centocelle ed al deposito Graniti ed alla centrale operativa. La Metro C è, infatti, sin dai suoi primi passi al centro di forti polemiche, soprattutto per le difficoltà incontrate in corso di realizzazione di un progetto giudicato da molti esperti pressapochista e inadeguato, dai costi imprevedibili.
Dal 15 aprile è stato confermato che prenderanno l’avvio i lavori tra la stazione del Colosseo e piazza Venezia. Un lavoro che si dovrebbe protrarre per 84 settimane e il cui costo si aggirerà attorno ai 792 milioni di Euro. Una cifra considerevole se si tiene conto che la nuova tratta interesserà tutti i siti archeologici della capitale. Un impegno considerevole se si tene conto che nel mentre il traffico di superficie non subirà alcuna limitazione al momento dell’avvio dei lavori s aranno transennate le aree dei lavori, senza interrompere il traffico veicolare, per consentire l’avvio dei cantieri mobili propedeutici alla configurazione finale delle aree di lavoro. Queste le aree interessate: via dei Fori Imperiali, da piazza del Colosseo fino a via del Tempio della Pace; piazza Celimontana; giardini di via Sannio; giardini di piazzale Ipponio. Qui, da maggio, il cantiere si espanderà interessando via Ipponio nel tratto tra via dei Laterani e via Norico.
La stabilità degli edifici storici – altro punto qualificante – verrà garantita da capillari e sofisticate indagini preventive effettuate, con il supporto di autorevoli esperti del settore, in sede di Progetto Definitivo e di Progetto Esecutivo, e da un attento e puntuale monitoraggio per tutta la durata dei lavori. Inoltre l’opera non determinerà impatti significativi sul contesto urbano, nonostante la sua delicatezza legata alle caratteristiche geologiche, geotecniche, idrogeologiche dei terreni interessati e alla presenza di eccezionali preesistenze storico-archeologiche. Questo sarà possibile grazie alle scelte tecnologiche adottate per la realizzazione dei lavori Linea C, lavori tratta T3 San Giovanni – Colosseo. Il sistema di costruzione: le tecnologie utilizzate
La tratta T3 della metro C, sarà , infatti,realizzata in un contesto delicatissimo per le caratteristiche geologiche, geotecniche, idrogeologiche dei terreni interessati e per la presenza di eccezionali preesistenze storico-archeologiche, non determinerà impatti significativi sul contesto urbano attraversato, grazie ad alcune decisive scelte tecnologiche:
l’uso di due TBM del tipo a contropressione di terra (EPB) con diametro di 6,70 m per lo scavo delle gallerie di linea, che garantisce il massimo contenimento di qualsiasi interazione con il sovrastante contesto;
l’esteso impiego della tecnica dell’idrofresa per la realizzazione delle paratie perimetrali delle stazioni e dei pozzi intermedi;
l’utilizzo di travi particolari per i solai delle stazioni per contenere i tempi esecutivi.
Enrico Barone