Solo da Orban e da Putin non si giudicano gli atti del Governo
Il Governo fa quadrato attorno a Matteo Salvini, cosa di cui sono pieni i telegiornali e i giornali, e di cui abbiamo dato conto anche noi con il rilievo che la cosa merita (CLICCA QUI). In ogni caso, abbiamo sentito la requisitoria della Pm, cui seguiranno le tesi della difesa, delle parti civili e, soprattutto, la decisione del Tribunale.
In materia è intervenuto anche il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, sostenendo che i giudici non devono modificare le leggi, ma applicarle. Giustissimo. Ma in questo caso quali sono quelle da prendere di riferimento? Sono solo quelle del Governo? Oppure, vi sono quelle dei Trattati internazionali sottoscritti pure dall’Italia o, come nel caso del Diritto marittimo e della salvaguardia degli esseri umani in mare, risalgono alla notte dei tempi? E che dire del più generale Diritto Universale umanitario, oltre che quello che discende dagli accordi e delle Direttive europee?
I magistrati fanno bene ad esaminare tutto il complesso delle leggi e delle norme che intervengono nel caso in oggetto e male fanno donne e uomini di governo e delle istituzioni a continuare a creare fratture con la Magistratura che si cerca di condizionare in tutti i modi.
Anche i ministri, specialmente nel caso come in oggetto, frutto della decisione sull’impedire alla nave Open Arms di restare in mare molto oltre il necessario, che Matteo Salvini prese in assoluta solitudine, devono rispondere dei loro atti amministrativi. Qualunque siano le loro opinioni che non sono in discussione, anche se restano politicamente criticabili. Quello che conta sono le decisioni concrete, e le eventuali violazioni di legge loro connesse.
Non siamo a casa di Putin dove la Magistratura è manovrata a piacimento dall’oligarca di turno. E lo stesso vale per l’Ungheria di Orban, l’alleato di Salvini.