Ucraina, Trump e alcuni democratici …. -di Massimo Brundisini
Un vecchio detto cinese recitava.” Se vuoi augurare il peggio al tuo nemico, auguragli di vivere in tempi di cambiamenti”. Forse qualcuno deve avercelo augurato. Un cambiamento non da poco lo abbiamo potuto vedere con le ultime elezioni in Germania, ma per il momento mi soffermo sui grandi cambiamenti che si stanno verificando negli USA.
In un mio precedente articolo avevo parlato del supporto che due (ex)democratici di peso quali Elon Musk e Robert Kennedy Jr hanno assicurato al repubblicano (ex democratico anche lui ) Trump (CLICCA QUI). Sembrerebbe che altri due big abbiano deciso di fare lo stesso salto quantico: il primo è Jeffrey Sachs, uno dei più autorevoli commentatori a livello mondiale, che ha concesso a Tucker Carlson una lunga intervista, per certi versi davvero sorprendente e quasi incredibile. Sachs, democratico da sempre, a suo tempo pesantemente critico sulle politiche di Trump, nell’intervista si schiera invece apertamente a suo favore per quel che riguarda la soluzione del conflitto ucraino (CLICCA QUI).
Cercherò di individuare, in maniera molto stringata, alcuni punti salienti della lunga intervista, trascurando la corposa parte economica. Sachs è un critico durissimo sugli ultimi trenta anni di gestione della politica USA da parte dei cosiddetti neocon, ma soprattutto è molto preoccupato della possibile escalation verso una guerra nucleare, pensando ai suoi nipoti.
Dice, in sintesi, che l’Ucraina sta perdendo la guerra e che ogni giorno perde da 1000 a 2000 soldati tra morti e feriti, e questo rende insostenibile la sua situazione. Dice poi che in realtà si tratta di una guerra tra Russia e USA che sta distruggendo l’Ucraina. Dice poi:” Noi provochiamo, e questa è la cosa più importante che qualunque presidente dovrebbe capire. E Trump lo capisce, come anche JD Vance: lo capiscono a fondo. Quello che Trump e Vance affermano sull’Ucraina è perfettamente giusto, assolutamente azzeccato, ed è assolutamente urgente che venga ascoltato e compreso. Quali sono le prime cose che si dovrebbero fare per cambiare la traiettoria dalle azioni autolesioniste che stiamo commettendo contro il nostro stesso Paese? Una serie di politiche che aiutino gli Stati Uniti e riportino la sanità mentale nel mondo. E Trump ha assolutamente ragione anche quando dice che questa guerra potrebbe finire in un giorno, e non è retorica. Questa guerra finirà nel momento in cui un presidente degli Stati Uniti prenderà in mano il telefono, o utilizzerà il mio account Zoom, per quanto mi riguarda, si connetterà con il presidente Putin e dirà:” Sapete, l’allargamento della NATO è stata una cattiva idea. Non so come sia iniziata, ma lo so, va avanti da 30 anni”. I combattimenti finiranno in quel momento. Ci saranno delle cose da risolvere, ma quella sarà la fine della guerra, perché questa è l’intera premessa di questa guerra. Ma fino ad oggi, l’attuale amministrazione sostiene che l’Ucraina farà parte della NATO. Quindi garantiscono che la guerra continuerà, e che l’Ucraina vi sarà inchiodata”. Un’accusa ben precisa.
Sachs ricorda addirittura la famosa dottrina Monroe. di ben 201 anni fa, secondo la quale gli Stati Uniti rivendicavano la piena supremazia sulle Americhe del Nord e del Sud, intimando alle potenze europee di non intervenire in quell’emisfero, eccezion fatta per i territori coloniali che ancora appartenessero a loro. Purtroppo la crisi di Cuba non ha insegnato niente ad una classe politica che, dice Sachs sarcasticamente, la pensa così:” I russi hanno solo 6000 testate nucleari, cosa può andare storto?”. E ci ricorda che secondo il Doomsday clock, l’orologio dell’Apocalisse, siamo a soli 90 secondi dall’agghiacciante evento. E sicuramente gli USA non avrebbero mai accettato missili russi al confine con il Messico.
Dice poi che gli Stati Uniti non hanno realmente nessun interesse anche per una guerra con l’Iran, a cui vorrebbe portarli Israele, e dice anche che con la Cina l’eventuale scontro dovrebbe essere solo commerciale. Chiede quindi di evitare una nuova Ucraina a Taiwan. Afferma che nelle ultime guerre si sono spesi circa 8000 miliardi di dollari, e che anche le 750 basi militari nel mondo non hanno senso, visto anche che le spese vanno a scapito degli investimenti interni: le infrastrutture nei paesi da lui visitati, Cina compresa, splendono rispetto a quelle americane. “Siamo una macchina da guerra, ma la popolazione ne è scarsamente consapevole”.
Quindi per Sachs, e per Carlson, lo stop alla guerra in Ucraina è la priorità delle priorità, al punto di superare ogni precedente critica di Sachs alle politiche trumpiane.
E sulla CIA:” C’è stata una ed una sola revisione delle attività della CIA da parte del Congresso, il Comitato Church, e ciò avvenne 49 anni fa, nel 1975. L’anno prossimo sarà il cinquantesimo anniversario, e forse il presidente Trump e il vicepresidente Vance, se saranno al potere, potrebbero convocare un’altra commissione del Congresso a riguardo”. Infatti Tucker ricorda che Trump, nell’accogliere Bobby Kennedy che gli portava il suo appoggio, aveva detto che gli sarebbe piaciuto che una commissione esaminasse i comportamenti della CIA, e che riesaminasse anche l’assassinio dei Kennedy.
Ricordo brevemente le posizioni di Sachs sulla situazione mondiale, in qualità di consulente speciale di tre precedenti Segretari Generali delle Nazioni Unite e attualmente Sostenitore degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per il Segretario generale Antonio Guterres: ”L’era di una potenza onnipresente negli affari globali – gli Stati Uniti d’America – sostenuta dai suoi alleati europei, si sta rapidamente spostando verso una nuova era di multipolarità, un mondo con molti centri di potere e influenza. In un articolo scritto nel 2016 Learning to Love a Multipolar world (Imparare ad amare un mondo Multipolare), metteva in guardia su quanto la situazione mondiale poteva diventare disastrosa se il passaggio a un mondo multipolare non fosse stato pienamente abbracciato e appoggiato da tutte le nazioni. Nel novembre dello scorso anno, si è espresso in tal senso alla sessione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dedicata al mantenimento della pace e alla sicurezza internazionale: Sostenere la Pace tramite lo Sviluppo Comune (CLICCA QUI).
Ecco quindi le basi dell’inedita e sorprendente sintonia con Trump, che a sua volta aveva infatti dichiarato: “I nostri oppositori adorano il Deep State. Noi vogliamo cancellare il Deep State. I nostri oppositori si uniscono ai guerrafondai e i neocons ingaggiano guerre senza fine. Noi crediamo che l’America è la più forte quando è in pace. Noi vogliamo la pace attraverso la forza. Questo è ciò che vogliamo. Come si è visto quattro anni fa, non abbiamo avuto alcuna guerra eccetto quando abbiamo spazzato via l’ISIS velocemente. Loro [i nostri oppositori] portano avanti l’obbligo vaccinale e vogliono farti licenziare se non obbedisci. Noi ci opponiamo a questi obblighi in quanto violazione fondamentale dei diritti datici dal nostro Dio”. Come si può notare, cambiamenti non da poco, anzi strutturali ed epocali.
Continua Sachs: ”L’impulso a formulare un piano come gruppo spinge l’Eurasia e le economie in via di sviluppo del sud del mondo ad avanzare rapidamente. Ma questo è un passo necessario per molte delle nazioni più povere in via di sviluppo nel mondo, che cercano di uscire dalla povertà con una nuova forma di ordine internazionale che permetta loro di acquisire una quota più equa del prodotto economico mondiale. Per quanto riguarda le nazioni ricche e liberali dell’Occidente, che pur possedendo sufficienti ricchezze materiali hanno fallito per non averle fatte circolare in modo più equo all’interno delle loro economie nazionali, il vero bisogno di questo tempo risiede in una radicale nuova visione, intorno alla quale elaborare un piano di progresso. La verità del proverbio “dove non c’è visione, il popolo perisce” sta diventando sempre più evidente nelle società che rischiano di scivolare nel disordine sociale e nella decadenza morale”. Sono valutazioni che tutti noi dovremmo tenere in grande considerazione.
Il secondo big che a sua volta si è reso protagonista di un voltafaccia non indifferente, lanciando pesantissime accuse all’establishment democratico e all’FBI, è Mark Zuckerberg. In una sorprendente lettera di lunedì 26 Agosto al Presidente della commissione giudiziaria della Camera, Jim Jordan, Zuckerberg ha ammesso che alti funzionari dell’amministrazione Biden “hanno ripetutamente fatto pressione” sui team di Facebook affinché eliminassero informazioni relative al COVID-19 che la piattaforma non avrebbe altrimenti censurato, e che l’FBI aveva fatto pressione su Facebook affinché censurasse la vicenda del laptop di Hunter Biden. Inolre l’amministrazione “ha espresso molta frustrazione nei confronti dei nostri team quando non eravamo d’accordo”.
“Credo che la pressione del governo sia stata sbagliata e mi dispiace che non siamo stati più espliciti “, si legge nella lettera. “Penso anche che abbiamo fatto delle scelte che, con il senno di poi e con nuove informazioni, non faremmo oggi”.
Un cambiamento di rotta totale: ci si chiede se dovuto alla consapGiancarlo Infantegiankyevolezza dei cambiamenti in atto, quindi un riposizionamento strategico. Sicuramente un assist micidiale per Trump, che vede riconosciute molte delle sue accuse alla gestione democratica sul controllo dei social network. Di fatto un avvicinamento alle posizioni di Musk: si creerebbe così un cartello antagonista formidabile. Naturalmente qualche dietrologo ha immaginato che un voltafaccia così clamoroso possa nascondere le maggiori simpatie di Israele per le posizioni di Trump e del suo vice sull’attuale grave crisi mediorientale, essendo Zuckerberg il più potente e influente personaggio di origini ebraiche sul Pianeta, ma sono solo supposizioni.
Sull’argomento censura, l’altro protagonista di questi cambiamenti, Elon Musk , sottolinea: ”La libertà di parola è il fondamento granitico della democrazia. Se la verità viene soppressa, è impossibile prendere una decisione di voto informata. Il grado a cui la libertà di parola è minata nel mondo è allarmante. La libertà di parola è un diritto divino”. E sul recente arresto dell’amministratore delegato di Telegram, ha dichiarato:” Il prossimo sono io”. Ci auguriamo che non sia così.
Massimo Brundisini