Le famiglie e la Legge di bilancio – di Luigi Milanesi

Le famiglie e la Legge di bilancio – di Luigi Milanesi

Ancora una volta ci troviamo disarmati di fronte all’appuntamento della Legge di Bilancio. Disarmati perché gli interessi delle famiglie non trovano rappresentanza.

Naturalmente, il tema del sostegno alle famiglie viene espresso dalle forze politiche in ogni occasione pubblica, ma nella sostanza nulla: stiamo parlando di briciole.

Questo è il frutto di una errata interpretazione del capitalismo che vede solo nelle imprese e nello Stato i motori della produzione di ricchezza.

La conseguenza è che ad imprese e Stato sono destinate sostanzialmente tutte le energie e le risorse.

Eppure, l’Italia, basta conoscere un poco di storia economica, è il paese in cui il capitalismo familiare diffuso rappresenta contemporanemente la maggiore fonte di richezza e la maggiore fonte di sicurezza contro le inefficienze e i fallimenti dello Stato e del Mercato.

Ci rifieriramo a quella particolare esperienza familiare che nel nostro paese ha trovato la maggiore applicazione rendendoci il popolo individualmente più ricco al mondo.

Dal punto di vista imprenditoriale pensiamo che sia urgente agire per:

1) raddoppiare la scelta del 5 per mille prevista in dichiarazione dei redditi IRPEF spingendo così il Terzo settore o meglio il Settore civile;

2) favorire l’esperienza cooperativa, quella delle comunità energetiche e quella dei gruppi di acquisto solidale;

3) indirizzare il risparmio privato, con apposite agevolazioni fiscali, verso investimento in imprese che adottano standard etici.

Dal punto di vista assistenziale pensiamo che tre siano gli ambiti su cui agire.

1) reddito di maternità;

2) pensione delle casalinghe;

3) caregiver familiari;

Oggetto finora solamente di qualche piccolo intervento normativo, questi ambiti rappresentano insieme una necessità per le famiglie e un’occasione di utilizzo razionale delle risorse troppo spesso destinate allo spreco.

Le buone idee ed i buoni propositi non sono, però, sufficienti.

Occorre pensare, anche, ad un partito che ponga la visione della famiglia come agente sociale attivo e non come spazio residuo buono per le dichiarazione televisive.

Un partito nazionale popolare aconfessionale di ispirazione cristiana, ecco si un partito così.

Questa sarebbe la priorità vera.

Luigi Milanesi