Non c’è più tempo. La politica ha tradito sul clima

Non c’è più tempo. La politica ha tradito sul clima

La politica ha tradito gli impegni sull’emergenza climatica. E adesso non c’è più tempo. Tutto al più si può fare solamente in modo di salvare il salvabile e provare a limitare la crescita delle temperature globali che incidono sui cambiamenti del clima e sui relativi danni che ne vengono alla Terra e ai suoi abitanti.

La denuncia, ancora una volta, arriva dal Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC) che riunisce gli scienziati riuniti dalle Nazioni Unite in due organismi: l’Organizzazione meteorologica mondiale e il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente. Composto dai più gradi studiosi del mondo ha realizzato e reso noto un gigantesco rapporto di valutazione  (CLICCA QUI), il sesto da quando la commissione è stata formata nel 1988. Un rapporto per la cui realizzazione sono stati utilizzati ben otto anni.

O agiamo adesso, o tutto sarà inutile. Questa l’estrema sintesi di un lavoro che il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha così presentato: “Questo rapporto è un chiaro appello ad accelerare in modo massiccio gli sforzi per il clima da parte di ogni paese, settore e in ogni periodo di tempo. Il nostro mondo ha bisogno di un’azione per il clima su tutti i fronti: tutto, ovunque, tutto in una volta”.

Il rapporto fa un’analisi dettagliata sulle conseguenze delle condizioni meteorologiche estreme che hanno provocato un aumento delle morti dovute alle ondate di caldo sviluppatesi in tutte le regioni, della distruzione delle case a causa di siccità e delle inondazioni, oltre che delle  “perdite sempre più irreversibili” registrate in ecosistemi vitali.

Sono più di tre miliardi le persone presenti in aree da considerare “altamente vulnerabili” in termini climatici  e il rapporto dell’IPCC ricorda come circa la metà della popolazione mondiale paga le conseguenze della scarsità d’acqua per almeno una parte dell’anno. Le condizioni climatiche, tra l’altro, stanno “portando sempre più allo sfollamento” di persone in Africa, Asia, Nord, Centro e Sud America, e nel sud Pacifico.

La situazione è destinata a precipitare rapidamente perché non siamo riusciti a invertire la tendenza degli ultimi 200 anni nel corso dei quali di sono cresciute a dismisura le emissioni di gas serra, nonostante gli avvertimenti dell’IPCC, iniziati con la pubblicazione del suo primo rapporto nel 1990.

Il mondo intero adesso si deve impegnare almeno a mantenere la crescita delle temperature globali entro il parametro di 1,5°C.

Guterres ha ancora una volta invitato i governi ad avviare azioni drastiche per ridurre le emissioni investendo in energie rinnovabili e tecnologia a basse emissioni di carbonio.

CV