Il “governismo” sulla via del presidenzialismo?

Il “governismo” sulla via del presidenzialismo?

La valutazione di quanto sta accadendo con la decisione, improvvisa, da parte del Governo di infliggere un duro colpo al Superbonus non può rimanere legata al solo fatto in se. Anche se potrebbe avere una logica sul piano dei conti cui è legata la tenuta del quadro finanziario complessivo del Paese.

Nel caso del Reddito di cittadinanza si è sostanzialmente deciso di operare nel senso di progressivo intervento, ed in considerazione del fatto che altri provvedimenti sono possibili, anzi sono in essere, com’è nel caso dell’Assegno unico, per rispondere ai problemi delle fasce più deboli. In quello del Superbonus, invece, sono numerosissimi coloro che si trovano adesso, dalla sera alla mattina, nella condizione di non poter più contare su quanto lo Stato aveva garantito. Tantissime anche le famiglie destinate a guardare il cerino loro rimasto in mano.

Fortunatamente, la Presidente del consiglio, Giorgia Meloni, si è ripresa dall’influenza. Così l’abbiamo sentita direttamente parlare della decisione d’incontrare le parti sociali per “evitare il tracollo delle aziende”. Ma non c’è solo questo possibile “tracollo”, c’è anche quello, appunto, delle famiglie che hanno dato corso a ristrutturazioni e rifacimenti dei loro appartamenti. Molto ci sarebbe da commentare. A partire dal ritornello sulle frodi che avrebbero riguardato anche il Superbonus e che, com’è stato sul caso del Reddito di cittadinanza, porta a rispondere come non possa essere un problema di funzionamento del proprio corpo a giustificare le ragioni di un’amputazione.

Non va neppure bene il tentativo di fare dimenticare cosa era stato detto, da lei stessa e dagli alleati leghisti al riguardo, allorquando Giorgia Meloni e Matteo Salvini, come ricordavamo due giorni fa (CLICCA QUI), promettevano l’impegno per  “chi è rimasto con crediti fiscali e lavori bloccati” e un “intervento sulla misura del Superbonus che garantisca garanzie per l’accesso all’agevolazione fiscale per tutti i soggetti che hanno già maturato il diritto” e di renderlo “più coerente e applicabile, contemperando le esigenze di contenimento degli oneri a carico dello Stato con quelle di riqualificazione energetica e adeguamento antisismico degli edifici, rispondendo agli interessi e alle preoccupazioni di proprietari di casa, imprese e tecnici”.

Andando al punto più sostanziale, però, di prospettiva, non si può non riflettere su come si sia giunti ad una tale decisione sul piano del metodo politico ed istituzionale. Siamo di fronte alla conferma di cosa potrebbe essere il “presidenzialismo” all’italiana? Di fronte ad un metodo di gestione della cosa pubblica che risponde ai problemi della cosiddetta governabilità con una sostanziale mancanza di coinvolgimento delle parti sociali e dell’alterazione degli equilibri tra i poteri per favorire un decisionismo tutto governativo. Era già accaduto con il decreto sui “rave party”. Poi, c’è stata la vicenda dei benzinai e, quindi, dei balneari. Nel senso che il Governo decide e, poi, sull’onda delle proteste di consistenti parti dei settori interessati scopre che era, forse, il caso non di operare a colpi di editti, ma di decidersi ad ascoltare prima di alterare completamente, se non cancellare, un’intera azione legislativa. Con simili mentalità e comportamenti rafforziamo o indeboliamo l’idea e il concetto di Stato da tutti auspicata?

Qualcuno parla della fine della cultura del “consociativismo” sostituita dal decisionismo o dal “governismo”. Vecchia pratica, già contestata anche al Governo Draghi dalle parti sociali, dai sindacati, dai rappresentanti delle categorie, ma che nei primi mesi di vita del nuovo Esecutivo è diventata una vera e propria cultura di governo.

Siamo di fronte a ulteriori forme di oggettiva prevaricazione nei confronti della società civile, delle forze economiche, delle famiglie, oltre che del Parlamento. Cosa che costituisce davvero da tempo il più grave male “oscuro” della nostra democrazia. Ma è evidente anche la prevaricazione perpetrata all’interno della stessa maggioranza se è vero, com’è vero, che tra chi intende fare quadrato contro la recente decisione sul Superbonus c’è tutta Forza Italia la quale ha facile gioco nel ricordare  come su questo provvedimento gli amici alleati dissero ben altro nel corso della campagna elettorale.

Se tutto ciò è la premessa del presidenzialismo siamo messi proprio bene.