Una famiglia britannica si scusa, e risarcisce, per gli antenati schiavisti

Una famiglia britannica si scusa, e risarcisce, per gli antenati schiavisti

Gli eredi di una delle più famose famiglie aristocratiche britanniche, i Trevelyan, si recheranno nei Caraibi per chiedere pubblicamente scusa perché i loro antenati furono i proprietari di oltre mille schiavi africani e dichiarare l’intenzione di risarcire la popolazione di Grenada dove possedevano sei piantagioni di zucchero.

Lo scorso fine settimana, 42 dei componenti la famiglia si sono incontrati online e hanno accettato di firmare una lettera di scuse per la riduzione in schiavitù di così tanti  prigionieri.

Trevelyan fu anche sir George Otto che giunse in Italia per unirsi alle schiere di Garibaldi di cui era un grande ammiratore, ma riuscì a concludere il viaggio quando oramai si era consumata la sconfitta di Mentana. Al figlio George Macaulay si deve una importante opera sull’Eroe dei due mondi e numerosi studi sulla storia italiana.

Nel 1835, la famiglia Trevelyan ricevette 26.898 sterline, una somma enorme all’epoca, come risarcimento da parte del governo britannico per l’abolizione della schiavitù decisa un anno prima, ma non ricevettero niente, invece quelli, uomini,  donne e bambini ridotti in catene; furono anzi costretti a lavorare altri otto anni non pagati come “apprendisti”.

Laura Trevelyan, corrispondente della BBC di New York, ha già stanziato un fondo di 100.000 sterline da consegnare a fine febbraio a Grenada alla Caricom Reparations Commission che si occupa dei risarcimenti per i discendenti degli schiavi.

Il coinvolgimento degli antenati Trevelyan nella schiavitù “equivale a crimini contro l’umanità” ha dichiarato John Dower, un altro membro della famiglia che è stato tra gli animatori della decisione presa con i familiari. Egli ha aggiunto: “Vogliamo dare l’esempio, nella speranza che altri seguano”. Sono state proprio le sue ricerche a far scoprire una verità che era stata cancellata e che ora pesa sulla coscienza degli eredi: “Non ne avevo idea. È diventato evidente che nessuno che viveva in famiglia lo sapeva. Era stato cancellato dalla storia familiare. La mia posizione sociale e professionale, quasi 200 anni dopo l’abolizione della schiavitù, è correlata ai miei antenati proprietari di schiavi, che usavano i profitti delle vendite di zucchero per accumulare ricchezza e salire la scala sociale”.

Da qui l’idea di scrivere ai discendenti degli schiavi posseduti dalla propria famiglia: “Noi, i sottoscritti, scriviamo per scusarci per le azioni dei nostri antenati nel tenere i vostri antenati in schiavitù”. Ed anche la richiesta che analoghe scuse siano ufficialmente presentate dalle autorità del Regno Unito: “Esortiamo il governo britannico ad avviare negoziati significativi con i governi dei Caraibi al fine di effettuare le opportune riparazioni attraverso la Caricom e organismi come la Grenada National Reparations Commission”.