Il Governo costretto a farli sbarcare tutti

Il Governo costretto a farli sbarcare tutti

Altro che “blocco navale”, il Governo Meloni costretto a far sbarcare tutti i migranti della Sos Humanity 1. Ha provato a fare ancora la voce grossa per qualche ora, ma già a Reggio Calabria aveva cominciato nel corso della giornata a cambiare linea facendo scendere a terra tutti gli 89 migranti imbarcati da un’altra nave ong.

Giorgia Meloni e il Ministro Piatedosi, almeno, evitano di vedersi intimare lo sbarco completo dal Tar cui nel frattempo si erano rivolti gli avvocati della Sos Humanity 1. La “foglia di fico” è quella trasparente offerta dai medici che, guarda caso, sono tornati a bordo per scoprire che anche i 35 lasciati illegittimamente a bordo erano malati. Pare che siano stati tutti colpiti da gravi forme di turbamento psichico.

Siamo davvero finiti a delle piacevoli “torte in faccia”. Piacevoli perché c’erano di mezzo 35 esseri umani. Quelli che con una frase davvero infelice erano stati definiti dal Ministro Piantedosi il “carico residuo”. L’espressione ha suscitato una vasta indignazione.

Quello sulle navi umanitarie è stato il secondo intervento, con relative contraddizioni, che il Ministro Piantedosi ha voluto adottare, dopo il provvedimento sui “rave party” che lo hanno subito portato nell’occhio del tifone. Per non parlare poi della decisione di riammettere i medici “no – vax” anticipatamente, nonostante si sappia che la pandemia non sia affatto finita, come ricorda sempre Sergio Mattarella.

In ogni caso, il tanto sbandierato “blocco navale” di Giorgia Meloni torna in soffitta. Si è provato ipocritamente a sostituirlo con l’altrettanto disumana idea della “selettiva”. Quanto è dura la realtà delle cose che s’impongono sulla propaganda. Una dura realtà fatta dalle leggi internazionali del mare e dagli accordi europei.

I legali della Sos Humanity 1  35 si erano rivolti al Tar sottolineando la violazione della Legge internazionale sul Mare e la disparità di trattamento rispetto a quanti erano stati portati a terra. A loro sostegno era venuta anche una dichiarazione dei portavoce dell’Unione europea che hanno ricordato come anche l’Italia sia tenuta a rispettare le procedure previste per l’asilo ai recuperati in mare.

Ma la “calata di brache” è arrivata dopo un vero e proprio ceffone dato dalla Francia con la decisione di aprire il porto di Marsiglia ad una delle quattro imbarcazioni contro cui erano arrivati gli strali e le disposizioni di blocco da parte del Ministro Piantedosi. La Francia non aveva alcun obbligo, ma l’intenzione di girare il coltello nella piaga della Meloni sì. E addirittura, Parigi aveva subito annunciato: nessuna selezione. Un bel modo di togliere ogni alibi alla nostra Presidente del consiglio e al suo Ministro.

Adesso, i portavoce di Giorgia Meloni che, nel corso dei telegiornali serali, prima dell’ultima clamorosa decisione evidentemente non ancora loro comunicata, cercavano di presentare il gesto francese come un proprio successo, si devono mettere l’animo in pace. Perché le modalità annunciate sull’accoglienza nel porto di Marsiglia da parte delle autorità francesi costringevano quelle nostre, ancora di più, ad applicare le leggi internazionali e le regole europee.

Chi voleva aspettare i primi cento giorni per valutare questo Governo, a lungo si è detto così per i precedenti esecutivi, nel giro di poche settimane ha avuto già un assaggio sul ridimensionamento di molti proclami e chiacchiere grazie alle quali si è raccattato voti per parlare alla pancia degli italiani. E meno male che, all’ultimo momento, si sono trovati medici pronti ripensarci e, per un senso di scrupolo, tornati a visitare meglio il “carico residuo”. Parafrasando il titolo di un film di Carlo Vanzina, lo si può dire: sotto la propaganda elettorale niente!

Resta il quesito su cosa accadrà la prossima volta dopo questo precedente …