Poi, arrivarono i “ribelli per amore”

Poi, arrivarono i “ribelli per amore”

Cento anni fa l’Italia si consegnava rassegnata, impotente ed inerme a Mussolini e si inoltrava in un’avventura il cui drammatico esito conclusivo era già scritto nella violenza con cui i fascisti giungevano al potere.

Dall’esaltazione della memoria dell’Impero romano all’ umiliante sudditanza all’ alleato tedesco, fino alla vergogna delle leggi razziali, l’Italia è stata resa complice del più orrendo delitto che la storia ricordi.

Dalla retorica di un “popolo di eroi, di santi, di poeti, di artisti, di navigatori, di colonizzatori, di trasmigratori …” alla miseria morale di un regime che, nel nome dell’ italianità, ha consegnato migliaia di italiani al delirio di sangue ed alla mano omicida dello straniero.

Dalla rivendicazione della sovranità autarchica allo squallore di campagne militari in cui una dittatura cinica e cieca ha sacrificato, in un rito di violenza e di morte, i suoi giovani sull’altare del proprio vaniloquio di potenza.

Dalle “opere del regime” fino alla distruzione fisica del Paese, fino all’ avvilente prostrazione materiale e morale della guerra, il regime fascista ha umiliato l’Italia ed ha tradito lo spirito autentico di un popolo ricco di calore umano, civile e solidale.
In occasione del centenario di quella stagione buia, ricordiamo i tanti giovani di differente fede politica, che “ribelli per amore”, con il sacrificio della loro vita ci hanno restituito l’onore ed il legittimo orgoglio di essere italiani.