Fdi a testa bassa contro l’Europa?

Fdi a testa bassa contro l’Europa?

Non c’è solamente il presidenzialismo nelle intenzioni di Fratelli d’Italia di cambiare la Costituzione. C’è anche il tema della sovranità in relazione ai rapporti con l’Unione europea. Lo ha detto Francesco Lollobrigida che, oltre ad essere il cognato di Giorgia Meloni, è anche uno dei principali dirigenti del partito di destra che ha vinto le elezioni.

Se da un lato c’è da riconoscere una certa coerenza, sul piatto della bilancia dobbiamo mettere una certa smentita del tentativo della Meloni di presentarsi con la faccia della ragionevolezza. Conta il dato politico e che cosa significhino affermazioni di questo genere. Anche il contesto in cui vengono profferite. E questo vale a maggior ragione nella situazione specifica in cui si trova il percorso unitario dei paesi europei e le grandi sfide che non vengono solo da avversari dichiaratisi tali esplicitamente.

L’intero discorso sulla sovranità, anche in relazione a quanto di buono è venuto complessivamente dalla nostra entrata nella Comunità europea e poi nell’Unione e nell’Euro, non possa diventare una questione astratta. Si tratta di valutare quanto sia vero che il peso del nostro Paese valga meno di quello degli altri e se questo sia frutto della “cattiva” loro volontà o dell’incapacità nostra. E’ un discorso lungo che andrebbe scomposto in tanti aspetti e, allora, scopriremmo che le cose non stanno come la raccontano populisti e sovranisti.

Ovviamente Lollobrigida prova a presentare queste questioni in maniera rassicurante, nel senso che parla di interventi tesi a non “stravolgere” la nostra Carta fondativa. Come se passare al sistema presidenziale fosse cosa di poco conto per una Repubblica che è parlamentare. Oppure, che l’Italia s’imbarchi in uno scontro con l’Europa molto simile a quello voluto da Orban o, in parte, dalla Corte suprema tedesca. Lollobrigida non fa riferimento a Orban, ma alla vicenda tedesca. Su cui Politica Insieme intervennne nel momento in cui finì in discussione la decisione del Governo di Berlino di (CLICCA QUI) di essere conseguente con l’intenzione della Bce di acquistare i debiti dei singoli stati al fine di evitare il collasso dell’economia di tutta l’Europa. Una soluzione fu trovata a conferma che i problemi reali, che pure ci sono, non possono essere affrontati  ideologicamente, ma sempre in termini politici.

Se poi, invece, anche Fratelli d’Italia si aggiungono ad alcuni altri, come Paragone, sconfitti sonoramente nelle urne, pensano di far seguire la via della Brexit anche all’Italia è bene che lo dicano chiaramente. Così come con altrettanta chiarezza è il caso di spiegare se l’atlantismo, oggi autentica “scoperta” per la destra italiana, per decenni animata da spiriti di rivalsa antiamericani, è inteso come un grimaldello per scardinare l’Europa. La quale, invece, ha bisogno di tante più cose da mettere a fattore comune. Dopo essere arrivati al Pnrr e al riconoscere l’esistenza di un “debito comune” e collettivamente gestito, ad esempio, non si deve demordere dall’intenzione di giungere ad una fiscalità e a una difesa comune. E se qualcuno ha pensato di utilizzare Biden come supporto esterno contro l’Unione si è sbagliato come dimostrano le recenti dichiarazioni del Presidente Usa nel momento in cui ha indicato i risultati delle elezioni italiani come un motivo di grave riflessione, non certo come cosa valutata positivamente.

Cerchiamo allora di non fare i “dilettanti allo sbaraglio” perché i giochetti che interessano i nostri politici potrebbero avere gravissime conseguenze per 60 milioni di persone.

Infine, la dichiarazione di Lollobrigida sgombra dal tavolo un altro equivoco su cui qualcuno sta cercando di presentare il futuro Governo con la disponibilità a coinvolgere Draghi dipinto come una sorta di “garante” verso i partner europei. Funzione che non si vede proprio come potrebbe essere da lui svolta se l’obiettivo della Meloni  è quella di far diventare l’Italia una grande Ungheria.