INSIEME: il Terzo polo ha un senso se serve a sviluppare politiche popolari e solidali

INSIEME: il Terzo polo ha un senso se serve a sviluppare politiche popolari e solidali

Il Comitato di coordinamento di INSIEME ha diffuso ieri il seguente comunicato

Sulla scorta dell’ interlocuzione che INSIEME ha intrattenuto nelle ultime settimane con ITALIA VIVA, ribadiamo che la nascita di una coalizione autonoma ed, anzi, alternativa agli schieramenti di destra e di sinistra, sia necessaria nell’ interesse del Paese per almeno due ordini di motivi:
– avviare quella “trasformazione” del nostro sistema politico che INSIEME auspica da anni, sottraendo l’Italia alla tenaglia del bipolarismo maggioritario che ne sta soffocando la libera articolazione democratica;
– riportare al centro di un confronto politico asfittico, i diritti ed i doveri, le preoccupazioni e le attese del popolo italiano che non possono prescindere da un progetto politico fortemente ispirato a principi di solidarietà, di giustizia sociale, di lotta frontale alle diseguaglianze e di piena valorizzazione delle risorse e delle energie della società civile.
NON può bastare offrire dunque al Paese solo una linea efficientista e tecnocratica. La disponibilità di INSIEME a questo è legata.

 

L’Agenzia Adn Kronos (CLICCA QUI) ha successivamente pubblicato la seguente dichiarazione di Giancarlo Infante, del Coordinamento Nazionale di INSIEME:

“Noi abbiamo iniziato ad interloquire con Italia viva non appena è arrivata da Renzi l’intenzione di superare il bipolarismo. Siamo stati tra i primi ad esplorare la portata di un progetto di centro.

Noi, che abbiamo un mondo di riferimento preciso legato fortemente a quel mondo cattolico finito nell’astensionismo oltre che a importanti gruppi laici, siamo consapevoli che una risposta di mero efficientismo tecnocratico non basta. Ci preoccupa infatti la troppa enfasi sul liberismo mentre è necessario oggi sviluppare politiche popolari e solidali, quelle politiche che hanno portato in tutta Europa ad una operazione condivisa sulla pandemia e sul Pnrr, in buona parte destinato al sud, fatto che questa destra cercherà di sovvertire.

Il primo partito in Italia è quello delle povertà, delle povertà assolute e di tutte le altre, a partire da quelle che riguardano anche buona parte del ceto medio preoccupantemente in crescita; povertà fatte di mezzogiorno, giovani disoccupati, liberi professionisti vessati da norme, regolamenti e tasse. Noi ci aspetteremmo che una alternativa a destra e sinistra venisse da una proposta politica che si può sintetizzare in una agenda Draghi, ma piena di solidarietà. Se questo manca, è chiaro che continueremo a dare spazio sempre di più ai populismi di destra ed alla fumosità di una sinistra che ha perso la capacità di esprimere una tensione sociale e una giustizia sociale. Quindi: o Renzi e Calenda capiscono che è il momento di non limitarsi a fare un accordo elettorale, ma di mettere sul tavolo un’ipotesi organica di trasformazione del Paese, oppure faranno una cosa da 5%, che non servirà a nulla”.