USA: l’inflazione balza ai livelli di 40 anni fa

USA: l’inflazione balza ai livelli di 40 anni fa

Gli Stati Uniti finiti in un’inflazione galoppante come non si vedeva da 40 anni. Secondo gli ultimi dati ufficiali, i prezzi, calcolati alla fine di novembre, sono aumentati del 6,8%, con una continua lievitazione media dello 0,8%. Il paragone più recente per una situazione simile porta indietro al 1982. Ovviamente, le conseguenze sono già avvertite soprattutto dagli americani con i più bassi redditi che si vedono fortemente erosa la capacità d’acquisto.

Una particolare incidenza hanno avuto gli aumenti delle bollette, della spesa alimentare e dei costi della benzina, cresciuti del 6,1%, ma non sono stati da meno le crescite del costo delle auto usate e degli affitti.

Intanto, il Presidente Joe Biden sostiene che l’economia degli Stati Uniti è “in buona forma”, nonostante la crescita del numero dei posti di lavoro appaia al di sotto delle aspettative. Però l’aumento dell’inflazione sta creando non pochi problemi all’amministrazione di Washington ancora impegnata nello sforzo di veder approvato il disegno di legge sulla spesa sociale da $ 1,9 trilioni (£ 1,4 trilioni). Altro scoglio per Biden è quello della definizione del bilancio, anche se in suo aiuto si sono detti pronti ad intervenire 14 senatori repubblicani che vorrebbero evitare quello che sarebbe il primo “default” statale nel caso di una mancata approvazione del bilancio.

Molto animato è il dibattito sull’impennata dell’inflazione e l’inevitabile ricerca dei responsabili. Se a Biden vengono additate le ingenti spese intervenute per la lotta contro la Covid-19, altri analisti ritengono che le cause non siano state originata dalla spesa pubblica anti pandemia, ma al contrario perché non si è fatto abbastanza per fermare la diffusione del virus e le sue conseguenze sull’economia e i cicli produttivi, cosa che ha influito sui problemi che hanno colpito la realizzazione, i trasporti e la commercializzazione di automobili, carburante e cibo.

L’inflazione non colpisce tutti allo stesso modo. I più poveri, il cui bilancio è fatto soprattutto di spese relative al riscaldamento e agli alimentari, ne subiscono le conseguenze più gravi. Così come sembra che le aree più interessate dagli aumenti dei prezzi siano quelli del sud e delle aree più centrali degli Stati Uniti, evidentemente colpite più sensibilmente dalle difficoltà che interessano la catena degli approvvigionamenti, giacché i costi dei trasporti sono mediamente raddoppiati se non, addirittura, triplicati.

Insieme ai provvedimenti promessi da Biden per ridurre gli effetti dell’inflazione, si guarda anche alle decisioni che prenderà la Federal Reserve Valuta in materia di tassi d’interesse.

Cassandra M. Verticchio