I vescovi italiani: custodire ogni vita

I vescovi italiani: custodire ogni vita

La Conferenza Episcopale Italiana ha diffuso un messaggio in vista della prossima Giornata per la Vita, del 6 febbraio 2022″. I vescovi italiani prendono lo spunto dal diffondersi e dalle conseguenze della pandemia per ricordare le condizioni dei giovani e degli anziani. I primi, per gli importanti contraccolpi psicologici subiti e i conseguenti diversi disturbi della crescita. I secondi, per il gran numero dei morti e per le condizioni in cui ancora si trovano molti di loro “di solitudine e paura, faticando a ritrovare motivazioni ed energie per uscire di casa e ristabilire relazioni aperte con gli altri. Quelle poi che vivono una situazione di infermità subiscono un isolamento anche maggiore, nel quale diventa più difficile affrontare con serenità la vecchiaia. Nelle strutture residenziali le precauzioni adottate per preservare gli ospiti dal contagio hanno comportato notevoli limitazioni alle relazioni, che solo ora si vanno progressivamente ripristinando”.

Il pensiero della Cei è andato anche alle giovani famiglie, anch’esse con gravi ripercussioni negative a causa della crisi pandemia e, questo riguardo, i vescovi italiani ricordano “l’ulteriore picco della denatalità raggiunto nel 2020-2021, segno evidente di crescente incertezza”.

“Sin dai primi giorni della pandemia – prosegue la nota Cei – moltissime persone si sono impegnate a custodire ogni vita, sia nell’esercizio della professione, sia nelle diverse espressioni del volontariato, sia nelle forme semplici del vicinato solidale. Alcuni hanno pagato un prezzo molto alto per la loro generosa dedizione. A tutti va la nostra gratitudine e il nostro incoraggiamento: sono loro la parte migliore della Chiesa e del Paese; a loro è legata la speranza di una ripartenza che ci renda davvero migliori”.

I vescovi italiani ricordano come ci si trovi, intanto, di fronte alla “riaffermazione del diritto all’aborto” e della “prospettiva di un referendum per depenalizzare l’omicidio del consenziente vanno nella medesima direzione”.  Quindi, secondo la Cei, invece, ” il vero diritto da rivendicare è quello che ogni vita, terminale o nascente, sia adeguatamente custodita. Mettere termine a un’esistenza non è mai una vittoria, né della libertà, né dell’umanità, né della democrazia: è quasi sempre il tragico esito di persone lasciate sole con i loro problemi e la loro disperazione. La risposta che ogni vita fragile silenziosamente sollecita è quella della custodia. Come comunità cristiana facciamo continuamente l’esperienza che quando una persona è accolta, accompagnata, sostenuta, incoraggiata, ogni problema può essere superato o comunque fronteggiato con coraggio e speranza”.

L’invito conclusivo dei vescovi italiani è che ognuno s’impegni  “seriamente a custodire ogni vita. Potremo così affermare che la lezione della pandemia non sarà andata sprecata”.

Cassandra M. Verticchio